Home Editoriale EDITORIALE – Taranto è la punta, Brindisi l’iceberg: il Natale più lungo di Brindisi, dove l’ignavia uccide più di una ciminiera
EDITORIALE – Taranto è la punta, Brindisi l’iceberg: il Natale più lungo di Brindisi, dove l’ignavia uccide più di una ciminiera
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EDITORIALE – Taranto è la punta, Brindisi l’iceberg: il Natale più lungo di Brindisi, dove l’ignavia uccide più di una ciminiera

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BRINDISI – Si accende e si spegne come in preda a un cortocircuito permanente, è bella ma si vede brutta, ospita un polo industriale tra i più grandi d’Europa ma i suoi cittadini sono tra quelli con il tasso di mortalità (e per tumore in particolare) tra i più bassi d’Italia, è stata veramente ricca solo grazie al porto ma al mare continua a voltare le spalle, anela il turismo a giusta ragione ma è quella con meno posti letto, in tutto il mondo è conosciuta come culla della solidarietà ma al proprio interno segue il binario morto del “mors tua vita mea”.

È contradditoria, non sa chi è, ma soprattutto viverci non è per tutti: bisogna stipulare con la propria coscienza un atto d’amore, mentre la fede si è già dissolta da tempo. La città dalle grandi potenzialità è oramai un mito, una leggenda tramandata sempre meno di generazione in generazione.

La befana quest’anno porterà meno carbone, e il prossimo anno ancora meno. Vuol dire che abbiamo fatto i bravi? Sicuramente significa che come nazione abbiamo fatto i compiti assegnati in quel di Parigi, ma a quale prezzo?

A Brindisi si muore di fame e d’ignoranza più che di malattie stando agli indicatori socio-economici, ma in passato il tributo di sangue elargito da questa comunità, messo sull’altare dello sviluppo e bevuto avidamente dai grandi del Paese, è stato enorme.

Brindisi sembra oramai una trottola sul punto di fermare la sua stanca corsa: cosa serve per (ri)avviarla?    Asetticamente verrebbe da dire: investimenti e lavoro. Perché il Natale vissuto dai lavoratori delle tante società private e pubbliche che rischiano di uscire dal mondo del lavoro per sempre e dei tanti giovani che mai ci sono entrati in quel mondo dorato, non è da augurare a nessuno. Allora nella nostra letterina di Natale chiediamo che ognuno metta da parte un pizzico del proprio protagonismo, egoismo, narcisismo, orgoglio, e pensi a chi sta percependo questo Natale come il peggior incubo che un uomo possa vivere.

Sì, perché Taranto è la punta dell’iceberg, ma Brindisi è la parte dell’iceberg costantemente sott’acqua, che nessuno vede perché non emerge, ma che incuba in sé i mali del Paese e del Mezzogiorno, dove veti incrociati, miopia, interessi di bottega, povertà culturale e rancore procurano morti più di una ciminiera. E allora: pesa più un morto per sviluppo o uno per ignavia e immobilismo? Ai posteri l’ardua sentenza.

Andrea Pezzuto