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EDITORIALE – Cosa c’è dietro la crescita esponenziale di consensi per i leader occidentali?
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EDITORIALE – Cosa c’è dietro la crescita esponenziale di consensi per i leader occidentali?

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A quanto pare l’uomo solo al comando piace. Il decisionismo al quale sono costretti a votarsi i leader occidentali rassicura le folle, e la paura si conferma un grande lievito di consensi. L’ha rappresentato nel recente passato per Salvini quando ha cavalcato la paura per l’uomo nero, lo è adesso per Conte, Macron, Merkel, Trump, Johnson. Ma in piccola scala è molto interessante anche l’esperimento sociale di Decaro e De Luca, sindaco di Bari e governatore della Campania, che hanno raccolto straordinari consensi in giro per lo Stivale (e oltre) grazie ai loro comportamenti “autoritari”. L’ordine, lo stato di polizia, dunque, come arma contro l’ignoto che minaccia le nostre vite.

Non convince particolarmente, pertanto, la chiave di lettura secondo la quale gli italiani, seguendo le regole, stanno dimostrando un grande senso civico e una grande attenzione per il bene comune. Verrebbe piuttosto da pensare che l’ottemperanza delle regole sia dettata dalla paura, dall’istinto di autoconservazione. La gente ha paura di morire o di veder soffrire le persone a cui vuole bene e segue i dettami della politica, o meglio della scienza.

Si può spiegare solo così l’isterismo verso una mamma che fa prendere un po’ d’aria al proprio bambino o verso i tanti odiati runner. Che, sia chiaro, rispettano le regole se restano nei pressi delle loro abitazioni.

Da questa psicosi collettiva, come accennavamo, ne stanno traendo beneficio i leader politici occidentali. Secondo un report di Europe Elects, infatti, Conte è passato dal 44% di consensi d’inizio crisi all’attuale 71%; Macron dal 20% al 40%; la Merkel dal 68% al 79%; Johnson può contare sul 72% di gradimento e Trump sul 44%.

Come un mantra, una pletora crescente di commentatori si spinge a preconizzare un’umanità che ne uscirà migliore da questa crisi. Questa idea deve essere parente stretta della credenza secondo la quale la sofferenza e il sacrificio monderanno le nostre anime restituendoci al mondo splendidi splendenti. Migliori. Purtroppo il sillogismo sofferenza uguale salvezza non ha appigli logici ma solo ancestrali, così come da una crisi non fiorisce necessariamente un’opportunità. Il rischio di uscirne ammaccati e affascinati da modelli illiberali esiste. Già dopo la crisi finanziaria del 2008, d’altronde, l’Occidente si è ritrovato più diffidente, intollerante e ammaliato dagli autoritarismi. Ecco perché la tremenda crisi economica in corso rischia di trasformare l’onda generatasi nel 2008 in uno tsunami.