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L’ex sindaco di Carovigno invia una lettera al presidente della Repubblica: “Comune sciolto senza prove”
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L’ex sindaco di Carovigno invia una lettera al presidente della Repubblica: “Comune sciolto senza prove”

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CAROVIGNO – “Questa mattina ho inviato una lettera al Presidente della Repubblica, al Presidente del Governo, al Ministero dell’Interno e a chi di competenza a livello nazionale, al Presidente della Regione Puglia e al Presidente A.N.C.I.

Una lettera cofirmata da me e dall’ex Presidente del Consiglio comunale Francesco Leoci per chiedere delucidazioni sulle seguenti circostanze inerenti il Comune di Carovigno, a seguito dello scioglimento prima e delle sentenze poi di piena assoluzione e di candidabilità che ci hanno riguardato.

In sintesi le riflessioni sollevate nella lettera sono le seguenti:

1) Come è possibile che un Comune quale Carovigno sia stato sciolto per mafia nonostante l’inesistenza dei presupposti? Ovvero SENZA PROVE e senza il presupposto dell’accertata infiltrazione?

E nonostante una ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari che già da giugno 2020 ESCLUDEVA la presenza di criminalità organizzata e di mafia sul territorio!

2) Come è possibile togliere ingiustamente a un Comune quale Carovigno la possibilità di avere un Sindaco regolarmente eletto?

3) Come è possibile che in un Comune sciolto ingiustamente per mafia come Carovigno, ci sia anche solo la possibilità di una proroga del mandato della Commissione Straordinaria fino a marzo prossimo, nonostante le sentenze?

Da una parte sentenza irrevocabile di PIENA ASSOLUZIONE PERCHÈ IL FATTO NON SUSSISTE e dall’altra SENTENZA DI CANDIDABILITÀ sia per il sottoscritto ex Sindaco che per Francesco Leoci, ex Presidente del Consiglio comunale.

Quale illegalità sono chiamati a contrastare i Commissari sia ora che allora?

A tal proposito sottolineo inoltre che nelle motivazioni della sentenza stessa c’è scritto palesemente che: io in primis, il presidente del consiglio comunale e l’amministrazione comunale intera nei confronti dei parcheggi di Torre Guaceto ha agito in maniera assolutamente impeccabile, anzi anche contro eventuali interessi sul territorio.

E allora preghiamo chi ne ha facoltà di ristabilire lo stato di diritto nel Comune di Carovigno, consentendoci il ritorno alle urne alla prima occasione utile e cioè il prossimo autunno. La città, oltre che noi personalmente, ha subito una ingiustizia. Ora che finalmente giustizia e verità sono state fatte, la città ha – come minimo – diritto di tornare al voto subito”.

Massimo Lanzilotti – Ex Sindaco di Carovigno