Home Politica Progressisti per Brindisi: “Sarà necessario ricucire i rapporti con la grande industria, chiedere il supporto delle associazioni datoriali e sindacali per creare le basi e favorire nuovi investimenti”
Progressisti per Brindisi: “Sarà necessario ricucire i rapporti con la grande industria, chiedere il supporto delle associazioni datoriali e sindacali per creare le basi e favorire nuovi investimenti”
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Progressisti per Brindisi: “Sarà necessario ricucire i rapporti con la grande industria, chiedere il supporto delle associazioni datoriali e sindacali per creare le basi e favorire nuovi investimenti”

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BRINDISI – Il mondo è in rapida evoluzione ma Brindisi no!! Sembra che in questa città si debba vivere per punizione, in un luogo che non ha la stessa lunghezza d’onda del resto del mondo. Si rigetta qualsiasi forma di investimento con le più svariate scuse, a volte con argomentazioni tecniche ‘acconzate’, a volte con mera ideologia che in realtà hanno una unica matrice: la conservazione dell’esistente in un lento e progressivo decomporsi di qualsiasi possibilità di sviluppo. La città sopravvive grazie alla presenza delle multinazionali sul territorio che provvedono a fornire il minimo sostentamento alla gran parte della popolazione ma forse per questo vituperate continuamente, perché il vero fine non è la sopravvivenza o la crescita, ma la morte civile.

Tanto è che il canale degli annunci di questa amministrazione sono i manifesti 6×3 mentre il programma elettorale del 2018 rimane un mero esercizio di stile visto che poco o nulla di quella promessa è stato realizzato. Casomai peggiorato visto che, a mero titolo esemplificativo, si prometteva una raccolta differenziata “ad almeno il 70%” mentre oggi è a circa il 40%.

E mentre si fanno annunci e 6×3 rimangono silenti ed opportuniste quelle forze che sostengono questa maggioranza, primus inter pares il PD.

Unica proposta concreta in questi anni è stata quella della foresta in città, ma non si era capito che ci si riferisse ad una foresta di cipressi come cornice dello sviluppo di un Campo Santo.

Con chi produce ricchezza o si avvicini con l’intento di produrla, non si dialoga. Al contrario si innesca uno scontro sterile e venefico. Si sbarra la strada in ogni modo perché scappi al più presto via a gambe levate. Non si dialoga tra istituzioni, non si dialoga con la cittadinanza. La verità è in tasca a pochi eletti ed ha il profumo del crisantemo.

Finita questa agonia di cinque lunghi anni si dovrà pensare al futuro. E’ molto tardi (si spera non troppo tardi) ma bisogna cercare in ogni modo di recuperare il tempo perso.

Occorrerà avere un dialogo serrato con tutte le istituzioni del territorio per programmare insieme i prossimi importantissimi anni. Bisogna dare una sterzata a questo declino. Una sterzata che era stata annunciata in campagna elettorale ma diabolicamente ignorata in cinque anni di amministrazione Rossi & Co.

Sarà necessario ricucire i rapporti con la grande industria, chiedere il supporto delle associazioni datoriali e sindacali per creare le basi e favorire nuovi investimenti.

Sfruttare in ogni modo le risorse derivanti dalle giuste compensazioni ambientali da chiedersi a tutti i player che utilizzano ed hanno utilizzato il territorio.

Pensare a nuovi servizi da offrire perché si possa preferire investire nel nostro territorio piuttosto che altrove, tempi certi e rispetto delle regole. Per un investitore il contesto geografico, amministrativo e temporale è tutto. E della riperimetrazione dell’area SIN neanche a parlarne.

Tutti devono essere partecipi e responsabilizzati. Indispensabile dotarsi di una struttura tecnica che non ponga problemi ma dialoghi attivamente per trovare soluzioni e con solerzia. In questi tempi ci vuole coraggio, non servono a nulla i maestrini con la penna rossa e blu per evidenziare le imperfezioni se non si è capaci di proporre concrete alternative. Concrete non come, giusto per fare un esempio, un fantasioso quanto mai concordato con alcuno spostamento a Capo Bianco della Marina Militare.

Unica nota positiva è che nonostante tutto vi sono ancora investitori che si avvicinano al territorio e questo ci fa ben sperare che la potenzialità sia ancora intatta e ci sia ancora speranza.

Coordinamento Progressisti per Brindisi