Alessio Vassallo, volto noto del teatro e del cinema italiano, restituisce un Rino vivo, inquieto, disilluso, fuori dagli schemi. Accanto a lui, la musica di Lorenzo Mancarella costruisce un controcanto continuo, rilegge i brani, li attraversa, li fa vibrare in una nuova dimensione teatrale. Il risultato è un’opera ibrida in cui parola e musica si inseguono senza mai sovrapporsi dando corpo a una narrazione che alterna memoria e attualità.
Lo spettacolo evita ogni tentazione didascalica. Non c’è cronologia, non c’è nostalgia, non c’è la retorica della commemorazione. C’è invece la volontà di accostarsi a un artista scomodo, libero, spesso inascoltato. E di farlo con rispetto, con intensità, con la voglia di tenere aperto quel discorso cominciato troppo presto e interrotto troppo in fretta. In un’ora e mezza di teatro e musica, si attraversa non solo una carriera ma un modo di stare al mondo: fragile, autentico, fuori misura.



