
Le donne vittime di violenza avranno una casa “segreta” a Brindisi. Ora c’è l’ok del Comune
Arriva un determina del Comune di Brindisi che autorizza il funzionamento di una casa rifugio per le donne vittime di violenza, denominata “Casa Iside”, a indirizzo segreto. Un progetto sperimentale, unico in tutto il territorio regionale, realizzato all’interno del progetto Re.Sa. Rete di Salvataggio, finanziato da Fondazione con il Sud.
In città, a gestire Casa Iside, che avrà 5 posti letto, sarà la cooperativa sociale “Solidarietà e Rinnovamento”. Si tratta di in progetto con il quale si intende innovare e rafforzare il percorso di accoglienza abitativa rivolto alle donne vittime di violenza e ai loro figli/e minori ad alto rischio di incolumità, attraverso l’implementazione di un servizio ancora assente sul territorio regionale, che può rispondere ai bisogni particolari ma diffusamente presenti legati all’urgenza di garantire protezione e ricovero in tempi strettissimi.
La Casa Iside rappresenterà una soluzione abitativa temporanea (da 7 a 15 giorni) per le donne vittime di violenza, indipendentemente dalla loro nazionalità, religione, orientamento sessuale, condizione legale, sociale, stato civile, credo politico e condizione economica. La casa favorirà la presa di consapevolezza delle donne delle esperienze violente patite in modo che possano portare avanti il loro percorso di fuoriuscita dalla violenza, attraverso la messa a punto di un adeguato percorso di protezione che può prevedere tra gli altri, l’inserimento in casa rifugio di primo livello.
La struttura, autogestita, vedrà la presenza quotidiana di operatrici in alcune fasce orarie della giornata con lo scopo di analizzare e affrontare insieme alla donna le esigenze individuali e collettive. Al suo interno opererà un’equipe di professioniste formate sui temi della violenza di genere che offriranno, oltre all’accoglienza, consulenze legali, psicologiche, educative e sociali. Sarà garantita dunque l’accoglienza in emergenza 7 giorni su 7 in modalità h 24, attraverso un numero telefonico dedicato, previa valutazione da parte di operatori sociali che entrano in contatto con la donna (SST, FF.OO, CAV) e opportuno colloquio conoscitivo con le operatrici del CAV di riferimento, che supporteranno la donna lungo tutto il percorso di fuoriuscita dalla violenza, dall’allontanamento in emergenza al percorso in autonomia.