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Serra (M5S): “Si andrà a tutto gas. Silenti perché rossi dalla vergogna?”
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Serra (M5S): “Si andrà a tutto gas. Silenti perché rossi dalla vergogna?”

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BRINDISI – Nel marzo 2017 la società A2A proponeva al Comune di Brindisi un accordo di programma “al fine di convertire in tempi rapidi la centrale di Brindisi Nord in modo tale da superare i vincoli insistenti sull’area”.

Si apriva il grande dibattito: rifiuti nel porto, amianto, abbattimento delle strutture; al progetto seguì il nulla e la nostra Città tornò a sonnecchiare sperando in un futuro migliore.

Nella gara tra chi la diceva più grossa non poteva non mancare Enel che, dopo meno di un anno, nel gennaio 2018, nella Commissione Ambiente della Regione Puglia, per bocca dei propri dirigenti, dichiarava non solo che la centrale Federico II di Cerano non sarebbe stata chiusa a breve ma che non era prevista alcuna riconversione da carbone a gas perché antieconomico.

Forti di tali affermazioni e consapevoli di un impegno ineludibile del nostro Paese alla decarbonizzazione, nella campagna elettorale del giugno 2018, ci cascavamo tutti.
L’uscita dal carbone sarebbe stata l’uscita dal fossile. Brindisi avrebbe avuto una alternativa dignitosa (la c.d. “riconversione economica”) come in Sardegna o come a Carpi; avremmo potuto garantire, con una programmazione tempestiva, i livelli occupazionali pre-dismissione.

Il primo ottobre del 2018 il Consiglio Comunale approvava all’unanimità un ordine del giorno di “contrarietà rispetto all’ipotesi di trattamento dei rifiuti nel sito della ex centrale di Brindisi Nord” con cui si sollecitava la completa “rimozione” delle strutture della Centrale.
Tutti mostrarono prudenza nell’esultare per un atto di mero indirizzo ad eccezione del Sindaco che dichiarava: “con questo ordine c’è il riconoscimento di dieci anni di battaglie condivise con cittadini e associazioni. Si conclude in questo modo la storia di Brindisi Nord: siamo indisponibili ad attività che hanno conseguenze sulla salute e sull’ambiente e che possono anche pregiudicare gli sviluppi di attività retroportuali”.

L’illusione è finita pochi giorni fa.
A2A ha presentato un progetto, presso la sede di Confindustria, alla presenza del Sindaco, che nulla riferisce.
Purtroppo si viene a conoscenza dei dettagli del progetto solo quando la società milanese presenta istanza per l’avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.).
Scopriamo che ci sarà un impianto di produzione di energia con motori alimentati a gas metano, da attivare per coprire la domanda di punta della rete. “Il tutto in vista della nuova normativa nazionale che prevede la decarbonizzazione delle centrali in Italia entro il 2025” nonostante la centrale sia ferma da anni.

Ovviamente non poteva non rincarare la dose anche Enel che esce allo scoperto ed annuncia che la Federico II di Cerano passerà dal carbone al gas.
A dichiararlo il direttore per l’Italia della società elettrica, nel corso di un’audizione di fronte alla commissione Attività produttive della Camera dei deputati, che include anche la centrale di Cerano tra le quattro destinate al cambiamento per colmare l’eventuale fabbisogno residuo di energia.
L’aggirarsi da giorni dei dirigenti Enel nelle stanze che contano del Comune di Brindisi ci fa capire che l’amministrazione ed il Sindaco abbiano avviato una interlocuzione di cui purtroppo i molti ignorano il contenuto.

Per Brindisi si sta riconfermando la strada del polo energetico e si sta scegliendo di sostituire al carbone il gas.

Brindisi può continuare ad essere strategica a sua insaputa ed indipendentemente dalla volontà dei suoi cittadini?
Su quali tavoli si sta discutendo (se lo si sta facendo) la intollerabilità di tutti questi insediamenti per la produzione di energia elettrica da gas?
Quali sono i rischi per la salute?
Quali sono i rischi di incidente?
Ci sono degli investimenti che possono garantire il mantenimento del livello occupazionale?
E le bonifiche?

Investimenti sul territorio certamente portano sviluppo, ma lo SVILUPPO è una categoria economica che richiama produzione, espansione tecnologica e profitto.
Brindisi ha bisogno di progredire e PROGRESSO vuol dire benessere diffuso, salute e lavoro.

I cittadini devono essere coinvolti, a tutti i livelli istituzionali, nelle scelte perché sono le strategie energetiche nazionali che lo impongono.
La proposta di Piano nazionale integrato per l’energia ed il clima prevede anche: “Il Governo e il MiSE in particolare intendono aprire un confronto sia con gli operatori interessati sia con le organizzazioni dei lavoratori e i rappresentanti degli enti territoriali e locali, valutando anche possibili riconversioni dei siti sempre per finalità energetiche e connesse attività di accompagnamento”.

Si apra immediatamente la fase della condivisione delle scelte con la città.
Gli Enti territoriali hanno il dovere di portare sui tavoli nazionali la volontà dei cittadini. Su tali questioni, non discusse in campagna elettorale, non esistono deleghe in bianco per nessuno.

Gianluca Serra (M5S)