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Brindisi e le Antiche Strade sull’esclusione di Brindisi dalla trasmissione “Gran Tour”
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Brindisi e le Antiche Strade sull’esclusione di Brindisi dalla trasmissione “Gran Tour”

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BRINDISI – Al fine di tutelare l’immagine storica e culturale della città di Brindisi esclusa dalla puntata della trasmissione “Gran Tour” andata in onda il 2 Agosto 2019 ed avente come tema i “Pellegrinaggi Costieri”, l’Associazione “Brindisi e le Antiche Strade” ha provveduto a inviare alla Rai apposita richiesta di chiarimenti, invitando l’emittente televisiva a rimediare al vulnus dalla erronea ricostruzione storica emersa nel programma “GranTour” che escludeva la città di Brindisi dai Pellegrinaggi Costieri. In tale trasmissione inoltre, sono stati menzionati i porti pugliesi di: Bari, Barletta, Trani, Otranto e Leuca, quali mete d’imbarco dei pellegrini diretti a Gerusalemme, nel mentre, è stata completamente ignorata la città di Brindisi quale porto principale di imbarco dei medesimi.

Non comprendiamo le ragioni di tale omissione, che ci auguriamo non sia voluta.

L’Associazione Brindisi e le Antiche Strade continuerà a vigilare.

Oltre alla richiesta formale di chiarimenti, sono stati altresì inviati documenti storici riguardante la città di Brindisi ed i pellegrinaggi a cura del prof. Pietro Dalena, Ordinario dell’Università di Calabria (Cosenza) e la documentazione riguardante la nostra attività associativa.

Note storiche Porto di Brindisi

Già in epoca romana, Brindisi, per via del suo porto poteva considerarsi l’emporio di tutto il commercio orientale del tempo, grazie alle importanti vie di comunicazione, l’Appia e l’Appia Trainea o Egnazia che la collegavano a Roma.
Memorie storiche e riferimenti dai classici ci parlano di passaggi, soste,
concentramento di truppe, organizzazioni di flotte etc. che in questo porto, uno dei più dotati dalla natura, videro Cesare, Pompeo, Marco Antonio, Cornelio Scipione, Paolo Emilio, Marco Aurelio e tanti altri impegnati nelle campagne militari contro i Parti, nelle guerre macedoni o nel transito per la Grecia o verso l’oriente. Come non
menzionare, inoltre, il passaggio e la sosta in questa città di Orazio, Aulo Gellio, Cicerone, Virgilio.
Con la decadenza dell’impero e l’instabilità politica anche l’importanza del porto viene meno. Solo al termine delle lotte normanno-bizantine, la città ritrova un nuovo assetto politico e amministrativo che, con la venuta di Papa Urbano II, promulgatore della crociata, riscopre il valore e l’importanza del suo porto avviato in un contesto di interessi internazionali, protagonista della crociata e dell’epopea d’otremar tra XI e XIII secolo.
La notorietà di Brindisi rimane legata alla I crociata ( 1096-1097) per i contingenti di Roberto di Normandia e Stefano di Blois e alla VI ( 1227-1228), quella di Federico II che definirà Brindisi La ben guardata mentre Riccardo di San Germano ne ricorderà la partenza verso la Siria con il passo movemmo felicemente da Brindisi verso la Siria
e viaggiammo veloci col vento in poppa e Cristo al timone.
Grazie alla migliorata viabilità dell’Appia, alla sicurezza per i pellegrini e accoglienza di chiese, ospizi e monasteri, il porto ritrova la sua rilevanza di Porta d’oriente.
Per Fulcherio di Chartres ( XI sec.) che percorre la Francigena e l’Appia fino a Brindisi,  tra il 1187 ed il 1229, per imbarcarsi per la Terrasanta dopo una serie di tappe intermedie , il porto brindisino, protetto dai venti, è la più sicura via ad Terram
Sanctam.

Anche il monaco islandese Nikolas Saemundarson che viaggia da Benevento per
Brindisi per la Traianea, tra 1151 e 1154, conferma l’importanza del porto come
imbarco per l’otremar . Del 1299, è una copia ms. del Pharsalia di Lucano,
conservata nella biblioteca di Basilea, in cui il capilettera iniziale dell’opera riproduce
una interessante schematica icona stilizzata del porto brindisino a testimonianza
della notorietà raggiunta all’epoca.
Sarà solo alla fine del XIV secolo che le rotte dai porti pugliesi verranno meno,
essendo preferite le partenze da Venezia per la rotta adriatica o lo stretto di
Messina per le rotte tirreniche con tappe a S. Maria de finibus terrae, l’attuale
Leuca.
Con incerte vicende, l’attività del porto e la stessa città del resto, resteranno legate
nei secoli seguenti, alle alterne fortune dell’Appia nei suoi percorsi da e verso
Napoli, vicereale prima e borbonica successivamente, assumendo particolare
interesse nelle imminenze di conflitti ed instabilità politiche.
Prof. Giuseppe Maddalena Capiferro
Vicepresidente
Società di Storia Patria per la Puglia, Sezione di Brindisi Brigata Amatori