Home Economia e lavoro Rossi parla chiaro: “Gas, bonifiche e rinnovabili non bastano per occupare i lavoratori della centrale. Si costruisca un grande dissalatore e si trasformi la Cittadella in un centro sulla decarbonizzazione”
Rossi parla chiaro: “Gas, bonifiche e rinnovabili non bastano per occupare i lavoratori della centrale. Si costruisca un grande dissalatore e si trasformi la Cittadella in un centro sulla decarbonizzazione”
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Rossi parla chiaro: “Gas, bonifiche e rinnovabili non bastano per occupare i lavoratori della centrale. Si costruisca un grande dissalatore e si trasformi la Cittadella in un centro sulla decarbonizzazione”

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BRINDISI – Il Sindaco Rossi, nel corso del convegno sulla decarbonizzazione che ha visto la presenza del presidente della Regione Emiliano, ha scartato chiaro. Il Sindaco ha chiarito che soltanto con la trasformazione a gas delle centrali, con le bonifiche e con le rinnovabili non si riusciranno a impiegare i 1.200 lavoratori legati alla centrale termoelettrica. Rossi, infatti, ha spiegato che la mera trasformazione a gas della centrale Enel darebbe occupazione a sole 100 unità. È necessario pertanto che si discuta con Enel della realizzazione, ad esempio, di un grande dissalatore in accordo con l’Acquedotto pugliese, oppure della creazione di posti di lavoro attorno a forme di economia circolare come il recupero dei fanghi.

Ben accetti, ha dichiarato il Sindaco, sono invece i progetti presentati da A2A inerenti il recupero del vetro e della plastica, che andrebbero a creare opportunità più interessanti rispetto al solo rifasamento, il quale porterebbe all’occupazione di circa 10 lavoratori.

Infine, per il Sindaco è fondamentale puntare sulla ricerca, trasformando la Cittadella della Ricerca in un grande centro studi sulla decarbonizzazione, sfruttando il Cis, puntando sulla collaborazione del Ditne e candidando l’immobile al bando delle Zes.

Insomma, decarbonizzare va bene, ma non basta soltanto trasformare Brindisi nella capitale del gas, appellativo affibbiato da Emiliano alla città messapica nel corso del convegno per via dell’hub di Mesagne dal quale passano e passeranno tutti i metanodotti. Limitarsi a ciò, infatti, trasformerebbe Brindisi in una bomba sociale, con circa 2.700 posti di lavoro di brindisini in bilico tra Ilva ed Enel.