Home Sport Basket Happy Casa: la seconda parte del terzo quarto fatale per i ragazzi di coach Vitucci
Happy Casa: la seconda parte del terzo quarto fatale per i ragazzi di coach Vitucci
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Happy Casa: la seconda parte del terzo quarto fatale per i ragazzi di coach Vitucci

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BRINDISI – Non era propriamente un esordio semplice, si sapeva, quello in programma ieri al Taliercio contro la Reyer Venezia, nel posticipo serale della domenica valevole per la prima giornata del campionato di Serie A 2020/2021.

Gli oro-granata di coach De Raffaele sono anche quest’anno una formazione ostica, che si basa su un meccanismo ben oliato, che fa della difesa forte e della circolazione di palla le proprie caratteristiche principali. Venezia si conferma un roster che ha la capacità di imporre i (compassati) ritmi graditi dal suo allenatore agli avversari, con giocatori di sistema che difendono forte e prendono le scelte giuste in attacco, dai quali emergono Tonut, Watt e Daye come interpreti principali che escono dallo spartito, con licenza di andare ad improvvisazione.

Ed alla fine, le parole di Vitucci, nel post-partita, indicano due letture condivisibili che possono spiegare, almeno per quanto visto ieri sera nel primo (e difficile) match stagionale, le difficoltà incontrate dalla Happy Casa Brindisi. Molti volti nuovi ed un roster ri-assemblato quasi per intero, con meccanismi, equilibri ed intese ancora da trovare per i nuovi protagonisti bianco-azzurri, al cospetto di una Reyer che invece ha mantenuto praticamente tutti gli elementi della passata stagione, sostituendo Ariel Filloy con Lollo D’Ercole, aggiungendo nel reparto lunghi Fotu e lanciando Casarin (perché, in effetti, la fisicità nel reparto esterni latita…) nei primi sostanziosi assaggi di campionato.

In secondo luogo, il coach bianco-azzurro ha indicato nella seconda metà del terzo quarto il momento decisivo che ha girato la partita, con Venezia che ha allungato mettendo tra sé e Brindisi un gap incolmabile per il prosieguo nel match.

Ed è stato proprio in quei minuti che i lagunari hanno dato lo strattone decisivo, sfruttando la transizione offensiva, con Tonut e le sue sgasate in area avversaria, due triple di Bramos dall’angolo (praticamente dalla stessa posizione, davanti alla panchina bianco-azzurra) ed uno step-back favoloso di Daye, che quando ne ha voglia, è offensivamente un giocatore di una dimensione parallela al nostro campionato.
Brindisi aveva invece sofferto oltremisura, nel primo tempo, Watt. Non esclusivamente il suo gioco spalle a canestro ed i suoi appoggi dalla media, ma anche la sua capacità di saper leggere situazioni di gioco e movimenti dei compagni dopo aver ricevuto palla nel cuore dell’area, in seguito al pick’n roll centrale, per un concetto di Point Center, o Point Forward che dir si voglia, che è sempre di difficile lettura per i lunghi avversari, soprattutto se statici e quindi con poca mobilità/velocità di movimenti.
Perkins, appannato nel primo tempo, in crescita ad inizio terzo quarto nel quale ha fatto vedere di saperci fare in avvicinamento al ferro partendo dalla posizione fronte a canestro, lo ha sofferto nel gioco interno ed a rimbalzo; Krubally non ha invece fisicità e tonnellaggio a sufficienza per provare a contrastarlo.
In questo modo, Venezia ha avuto vita facile in area avversaria, andando al riposo con un piccolo margine di vantaggio, ampliato nella sopracitata seconda metà di terzo quarto, con Tonut protagonista dell’allungo Reyerino. Brindisi ha provato nell’ultimo quarto a rientrare, con due triple di Bell ed Udom che hanno ridotto il gap, ma la sensazione era più quella di una reazione di orgoglio determinata da uno scarto che iniziava a farsi importante, insieme ad una riduzione di marce attuata dagli uomini di De Raffaele, che di una squadra capace tecnicamente di ribaltare le sorti del match. La tripla di Bell ha tenuto vivo l’incontro nelle battute finali, ma quella sbagliata in seguito da Harrison e l’appoggio in solitaria di De Nicolao in contropiede hanno scritto i titoli di coda del match, determinando la vittoria dei detentori dell’ultima Coppa Italia e Campionato assegnati.

Per Brindisi, al di là dei due punti lasciati in Laguna, quantomeno preventivabili, viste le insidie che nascondeva l’esordio stagionale, vanno registrate le difficoltà dimostrate in cabina di regia dalla coppia Zanelli-Thompson, che hanno avuto una giornata di appannamento. Harrison ha tirato tanto (questo lo si sapeva da quando è stato preso da Giofrè, è nel DNA della guardia nativa dell’Alaska), ma le percentuali fatte registrare sono state basse proprio come le temperature che spirano dalle parti dello Stato federale dell’Unione da dove proviene. Ciò che ha colpito principalmente, sono stati alcuni appoggi in avvicinamento al ferro, piuttosto semplici, sbagliati dall’ex Maccabi Rishon LeZion, ma in generale l’efficacia al tiro dimostrata non è stata quella che ci si attendeva da un giocatore del suo pedigree. Nulla di preoccupante, come già ripetuto, Venezia è squadra che ama far giocare male gli avversari che ha di fronte, che punta a speculare più che a costruire, ma è paradossale che per l’Happy Casa, nell’esordio stagionale di ieri, le difficoltà principali siano state incontrate dalla propria coppia di guardie, che per capacità offensive e talento ha tutto per imporsi nel campionato appena iniziato.
Positiva, invece, la prestazione offerta da Bell, che ha fisicità ed esperienza per imporsi come collante tra i reparti piccoli/lunghi della formazione di Vitucci. Se reggerà fisicamente ed avrà l’ambizione e lo spirito giusti per ergersi ad un ruolo più da punta che da semplice gregario, l’Happy Casa può sentirsi tranquilla, anche alla luce delle difficoltà palesate ieri sera da Gaspardo. Nel reparto lunghi, molto convincente la prestazione di Willis, che nel terzo quarto, coadiuvato da Perkins, ha rinvigorito l’attacco bianco-azzurro, con due triple e tanta energia mostrata sui due lati del campo. Incoraggianti i segnali da Udom, che ha tenuto bene nei tanti minuti in cui è rimasto sul parquet. Perkins ha dimostrato buone movenze in avvicinamento al ferro, sfruttando il suo dinamismo, ma deve crescere ed imporsi maggiormente a rimbalzo.
Ora sotto con Roma, che nell’esordio di ieri di mezzogiorno ha sconfitto la Fortitudo Lavoropiù Bologna di Banks e coach Meo Sacchetti, portando a casa due punti preziosi. L’appuntamento è per domenica prossima, con l’ex Bucchi e la guardia Anthony Beane, sondata anche dall’Happy Casa in estate, che saranno di scena al PalaPentassuglia. Sarà già l’occasione per rifarsi dell’uscita di ieri, davanti ad una squadra che dispone di USA di buon livello e che schiera tra le sue fila l’altro ex di turno, ovvero Luca Campogrande, visto a Brindisi nella passata stagione.

Jacopo Lania