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Torna il Forum of Mediterranean Women Journalists
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Torna il Forum of Mediterranean Women Journalists

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Torna il Forum of Mediterranean Women Journalists (Forum delle Giornaliste del Mediterraneo) e, da oggi e fino all’1 dicembre, si sposta interamente on line: la quinta edizione propone il tema #Womenlivesmatter #PressFreedomMatter: le vite delle donne contano, la libertà d’informazione conta. Quale informazione sui diritti, e quali diritti, a 70 anni dall’approvazione della CEDU?
LE NOVITA’ DELLA QUINTA EDIZIONE DEL FORUM
Due sono le novità dell’edizione 2020: il Forum si svolgerà su piattaforma on line, per via delle misure anti Covid 19; tutti i seminari sono inseriti nel percorso di formazione professionale per i giornalisti, obbligatorio per legge. Seguendo i panel, in totale sono 18, si ottiene il riconoscimento di crediti, anche di deontologia.
Il Forum, nato da un’idea della giornalista pugliese Marilù Mastrogiovanni, direttora della testata il Tacco d’Italia e docente a contratto dell’Università di Bari, è organizzato dall’associazione GiULiA, Giornaliste Unite Libere Autonome, dalla cooperativa di giornalisti IdeaDinamica scarl e dall’APS Giornaliste del Mediterraneo, in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari e il Master in Giornalismo di Uniba. E’ sostenuto dal Corecom Puglia e dalla Consigliera di parità della Regione Puglia.
Tanti patrocini, italiani e internazionali. Tra quelli italiani: Ordine nazionale dei giornalisti, FNSI, Ossigeno per l’Informazione, Creis, Centro europeo per l’innovazione sostenibile.
IL TEMA DELLA QUINTA EDIZIONE
L’obiettivo di creare ponti e abbattere muri per promuovere una riflessione sul ruolo delle giornaliste investigative e di frontiera, come presidio di Democrazia, dunque di Pace, è il leit motiv di ogni edizione. Quest’anno il Forum of Mediterranean women journalists lancia il tema #Womenlivesmatter #PressFreedomMatter: le vite delle donne contano, la libertà d’informazione conta. Quale informazione sui diritti, e quali diritti, a 70 anni dall’approvazione della CEDU?
La convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali o CEDU compie 70 anni, ed è sulla sua reale applicazione, soprattutto in relazione al diritto d’espressione e informazione, che verterà la riflessione delle giornaliste del Forum. L’articolo 9 e 10 della CEDU e l’articolo 19 della Dichiarazione dei diritti umani, che sanciscono l’inviolabilità della libertà d’espressione e di informazione, sono largamente disattesi.
Al tempo della pandemia Covid 19 e dopo 25 anni dall’approvazione dell’accordo di Pechino, le donne (anche le giornaliste) sono costrette ancora a fare i conti con il pericoloso arretramento dei diritti civili conquistati, con inevitabili ripercussioni sulle effettive libertà d’espressione e d’informazione in Europa. E’, quindi, necessario analizzare la qualità d’informazione in Italia e in Europa, creare spazi di libertà d’espressione per le giornaliste, garantire un’azione di advocacy gratuita per le giornaliste minacciate, immaginare percorsi di sostegno e assistenza psicologica, logistica, finanziaria. Se l’informazione è sotto attacco, l’informazione fatta dalle donne è nel mirino.
Il Forum intende proporsi, come è accaduto in ogni altra edizione, come momento di analisi delle tendenze in atto e proposta di temi universali su cui indirizzare il dibattito per l’anno successivo.

CENTO OSPITI QUATTRO CONTINENTI: GIORNALISTE, DOCENTI, RICERCATRICI, ATTIVISTE E DIRIGENTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Sono previsti gli interventi di cento ospiti tra giornaliste, ricercatrici, docenti, attiviste, dirigenti della pubblica amministrazione, collegate da quattro Continenti.
Tra le speaker, anche Jineth Bedoya Lima, collegata da Bogotà (Colombia), vincitrice del presso freedom prize “Guillermo Cano” di Unesco; Marceline Naudi, collegata da Malta, presidente del Grevio, organo in seno al Consiglio d’Europa (Coe) per l’attuazione della Convenzione di Instanbul; Yassin Wardere, direttore di The Voice of America per il Corno d’Africa, collegato da Nairobi, e poi collegamenti da Francia, Albania, Spagna, Polonia, Ungheria, Afghanistan. Un’unica voce, cento modi per dire “Women Lives Matter”, “press freedom matter, per arrivare a un “output” concreto, così come avvenuto nelle precedenti edizioni.

CINQUE ANNI DI PROPOSTE E AZIONI CONCRETE
Nella prima edizione: il protocollo d’Intesa per l’utilizzo del corretto linguaggio di genere nella Pubblica Amministrazione. Un vero e proprio format, ad oggi sempre valido, a disposizione di tutti gli enti locali, perché lo facciano proprio e introducano il linguaggio di genere anche sui documenti amministrativi della Pubblica Amministrazione. Redatto da Giulia giornaliste in collaborazione con la Consigliera di parità, UniSalento e UniBa.

Nella seconda edizione del Forum: la presentazione del “Manifesto di Venezia” e del relativo libro sul linguaggio della violenza. E’ notizia di ieri che quei principi contenuti nel Manifesto di Venezia, sono diventati un nuovo articolo, il 5bis, all’interno del Testo Unico dei doveri del giornalista. Siamo orgogliose di aver contribuito alla formazione e alla sensibilizzazione sul tema.
Nella terza edizione: presentazione della “Banca delle 100 esperte”, realizzata dall’associazione Giulia giornaliste; il protocollo d’intesa tra Uniba, Giulia giornaliste, il Centro per l’innovazione e la creatività diretto dal prof. Gianluigi De Dennaro e il Creis (Centro europeo per l’innovazione sostenibile) per l’estensione della “Banca delle 100 esperte” alle esperte del Sud, grazie all’impulso di Uniba.
Nella quarta edizione: è stata presentata la “Carta di Assisi” per un giornalismo etico e il Manifesto “Media donne e sport”, due nuove linee guida per l’applicazione della deontologia professionale nella pratica giornalistica; è stata presentata la ricerca-inchiesta “Tra precarietà e minacce, uno sguardo “a Sud” di genere e generazionale sul fenomeno globale della pressphobia, realizzata dai praticanti del master in Giornalismo di Uniba e sostenuta dal Corecom Puglia.
Nella quinta edizione saranno presentati i risultati del monitoraggio sull’impatto dello smart working delle giornaliste sul livello della libertà d’espressione e informazione durante il lockdown in Italia.

LA PROCEDURA DI ISCRIZIONE PER SEGUIRE I SEMINARI
Per consentire la partecipazione dei giornalisti on line è stata scelta la piattaforma SkipinFad, progettata dalla società OpenLabIT srl, start-up innovativa di Copertino, in provincia di Lecce. Il sistema permette di monitorare sia gli accessi che la frequenza.
Il programma completo dei panel è consultabile sul sito www.giornaliste.org.