Home Economia e lavoro Corsa a biogas e compost da rifiuti, Brindisi bocciò il progetto di A2A “per usi retroportuali”. Adesso ci prova l’Asi
Corsa a biogas e compost da rifiuti, Brindisi bocciò il progetto di A2A “per usi retroportuali”. Adesso ci prova l’Asi
0

Corsa a biogas e compost da rifiuti, Brindisi bocciò il progetto di A2A “per usi retroportuali”. Adesso ci prova l’Asi

0

BRINDISI – A Modugno nelle scorse ore è stato inaugurato grazie a Tersan il primo impianto che produce biometano dalla frazione organica dei rifiuti. L’entrata in funzione del biodigestore consentirà inoltre di ottenere 20.000 tonnellate di compost per soddisfare le esigenze di circa 7.000 ettari di terreni. L’impianto ha incontrato il favore delle istituzioni, Regione Puglia in primis, perché va nel solco della transizione energetica e dell’economia circolare. E dire che un investimento simile lo aveva proposto A2A nel 2017 per il suo sito di Brindisi, trovando il favore di Ager e Regione Puglia. Il progetto prevedeva «la realizzazione di un impianto di trattamento per il recupero della frazione organica, derivante dalla raccolta differenziata mediante un primo stadio di digestione anaerobica, finalizzato alla produzione di gas naturale» e «un secondo stadio di fermentazione naturale aerobica (il compostaggio) finalizzato alla produzione di compost di qualità certificato anche per l’utilizzo in agricoltura biologica». Accanto a questo, era prevista anche la realizzazione di un impianto solare termodinamico per la produzione di energia elettrica, tre pale eoliche e un centro ricerche. Per rendere disponibili le aree per l’installazione dei nuovi impianti «sarà necessario – scriveva la società – demolire quasi tutte le strutture fuori terra della centrale: 54mila tonnellate di acciaio, 130mila metri quadrati di coibenti, 45mila tonnellate di calcestruzzi». Secondo A2A il «valore totale delle attività di demolizioni» era «di 47 milioni di euro». Per l’impianto Forsu erano stati preventivati 8 mesi per le demolizioni, 18 mesi per la realizzazione e 4 mesi per la messa in esercizio.

Il consiglio comunale, però, nell’ottobre del 2018 si espresse all’unanimità contro il progetto. «Abbiamo ribadito – spiegò il sindaco Rossi – la nostra contrarietà ad un impianto di compostaggio all’interno del porto di Brindisi». I consiglieri, attraverso un ordine del giorno, chiedevano all’unanimità «alla società A2A di completare la dimissione e lo smantellamento dei gruppi 1 e 2 ed avviare la dismissione e bonifica per consentire la restituzione di quelle aree allo sviluppo della retroportualità». Posizione poi non rispettata dato che A2A resterà a Costa Morena Est svolgendo attività minori quali il trattamento di posidonia e di rifiuti stradali.

Adesso Vittorio Rina, presidente del consorzio Asi, prova a rigiocare la carta del biogas: «Abbiamo pensato per l’ex area Termomeccanica, di proprietà Asi, ad un progetto per un impianto di biometano che utilizzi matrici organiche quali la Forsu e soprattutto fanghi da depurazione provenienti da Aqp. Lo candideremo a finanziamento appena ci sarà la possibilità. Inoltre pensiamo ad un partenariato con un’importante società per l’installazione di un impianto fotovoltaico teso alla produzione di idrogeno verde; abbiamo anche partecipato al bando del Mite per tale investimento. Il consorzio Asi favorisce progetti che determinano filiere produttive ed una conseguente ricaduta occupazionale. Certo, i tempi sono il tasto dolente: accorciarli e sburocratizzare spetta alla politica. Se c’è la volontà, questo è il momento giusto alla luce del quadro economico e politico attuale».