Home Politica Gazzaneo sogna una Brindisi universitaria: “Con servizi e spazi adeguati toglieremo gli alibi alla Regione e ai rettori”
Gazzaneo sogna una Brindisi universitaria: “Con servizi e spazi adeguati toglieremo gli alibi alla Regione e ai rettori”
0

Gazzaneo sogna una Brindisi universitaria: “Con servizi e spazi adeguati toglieremo gli alibi alla Regione e ai rettori”

0

BRINDISI – Brindisi non è mai stata città universitaria. È successo anzi che alcuni corsi che ospitava in quanto sede distaccata di Unisalento o Uniba venissero riportati nelle sedi principali. È il caso ad esempio di Informatica. Dopo anni di depotenziamento della presenza universitaria su Brindisi, adesso l’amministrazione Rossi sta scommettendo tutte le sue fiches su questa sfida. E di scommessa (forse azzardata) si tratta se si spulciano i dati di alcuni studi, come quello pubblicato da Neodemos secondo cui al 2041 è stimato un crollo degli iscritti nelle università del Mezzogiorno (per Unisalento si prevede un 35% di calo). Se non c’è futuro per facoltà storiche, che spazio potranno avere sedi distaccate come Brindisi?

«I dati post-Covid – afferma Giulio Gazzaneo, consigliere comunale di maggioranza con delega alle Politiche giovanili – ci dicono che c’è meno emigrazione: gli studenti stanno preferendo le sedi territoriali, tant’è che si sta registrando un aumento degli iscritti. Questo non vuol dire che non esistano criticità strutturali, sono evidenti. Tuttavia, guardando al caso di Brindisi, la diminuzione della presenza di corsi universitari è legata anche a problemi infrastrutturali. Alcuni corsi sono venuti meno perché la sede era inagibile, vedi Informatica. Ma anche alla Cittadella della Ricerca (che ospita Ingegneria, ndr) ci sono problemi. Penso anche alla inadeguatezza dell’ex ospedale Di Summa per la facoltà di Economia. Ecco, con gli interventi di edilizia universitaria che abbiamo immaginato, tra i quali spicca il polo nel centro della città (grazie ai 15 milioni di finanziamento del Pnrr), vogliamo creare le condizioni per presentarci davanti ai rettori e alla Regione in maniera più credibile, togliendogli ogni alibi».

Al momento Brindisi ha beneficiato solo di due nuovi corsi, tra l’altro piuttosto di nicchia, quali Sostenibilità ambientale e Cooperazione internazionale che per ora contano pochi iscritti. La città si aspetta ben altro, anche alla luce dei grandi investimenti in cantiere. Il timore è che senza un progetto formativo a monte, quegli interventi servano solo a costruire cattedrali nel deserto. A Taranto, d’altronde, prima si è incassata la disponibilità ad aprire la sede di Medicina e poi la Regione si è impegnata a ristrutturare l’ex sede della Banca d’Italia. Secondo Gazzaneo, però, bisogna crederci ed è doveroso migliorare i servizi per gli studenti che frequentano la città: «Siamo gli unici in Puglia a non avere alloggi per gli studenti. La riqualificazione degli immobili che ospiteranno il polo universitario in centro servirà a creare un polo culturale e formativo tout court, anche perché cresce la presenza degli Its: a Brindisi ne abbiamo di interessanti e scontiamo anche in questo caso problemi di spazi. Restituiremo alla fruizione un’area degradata del centro prevedendo servizi come le residenze e le mense, oltre ad attività culturali. Già i corsi esistenti, dislocati tra Cittadella della Ricerca, ex ospedale Di Summa e Palazzo Nervegna ci consentiranno di riempire i nuovi spazi». Le infrastrutture creano domanda? Sì vedrà.

Nel frattempo, però, si assiste ad un’operazione che non sembra andare nella direzione di un ragionamento di sistema. Unisalento, infatti, dal prossimo anno attiverà anche la facoltà di Infermieristica, che a Brindisi (in quanto sede distaccata di Uniba) garantisce il maggior numero di nuovi iscritti. Alla lunga, tale operazione concorrenziale non potrebbe andare a discapito di Brindisi, dato che una sede principale ha più appeal di una distaccata? «Non parliamo – risponde Gazzaneo – di un nuovo corso: infatti era già possibile frequentare Infermieristica a Lecce tramite Uniba. Adesso Unisalento prende in carico tale corso di laurea ma l’offerta sui due territori rimane pressoché la stessa. Sono corsi in cui è difficile inquadrare una logica di concorrenza perché sono a numero chiuso. Non credo che ci saranno rischi per la nostra sede distaccata che rappresenta uno dei poli più importanti con i suoi 500 studenti circa, di cui tanti fuori sede. Abbiamo interesse semmai a ragionare su una implementazione del polo sanitario».