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Il manicomio – di quello che resta – della politica brindisina
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Il manicomio – di quello che resta – della politica brindisina

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BRINDISI – Con l’avvicinarsi della campagna elettorale per le prossime politiche e amministrative, i partiti sentono l’esigenza di posizionare la propria bandierina su ogni tema. Capirci qualcosa, però, è impresa ardua. Sui servizi sociali, ad esempio, si è scatenato uno scontro senza quartiere che ha mescolato le carte delle alleanze. Partiamo dal centrodestra. Mentre Idea ha preso le parti del sindaco Rossi, Forza Italia ha assunto una posizione più vicina alla sindaca di San Vito, o comunque critica verso il primo cittadino di Brindisi. Eppure i due partiti dovrebbero fare parte dello stesso lembo di centrodestra, ovvero quello che al momento non prevede la presenza di Fratelli d’Italia. Con il partito di Giorgia Meloni dialoga da settimane il Partito Repubblicano, che attraverso una nota stampa del movimento femminile ha attaccato frontalmente Idea, scrivendo: «Purtroppo nel settore dei servizi sociali si sono sedimentati negli anni interessi che hanno visto coinvolte quasi tutte le forze politiche e che hanno impedito qualsiasi mutamento. Il Pri sicuramente non è tra queste! Ricordiamoci il dimissionamento dell’assessore e vice-sindaco Rita De Vito a fronte di un tentativo di mettere mano ad una profonda riorganizzazione dei servizi. Si spiega anche in questo modo il perché alcune forze di centrodestra hanno preso le difese del Comune di Brindisi e del sindaco Rossi in questo aspro confronto che lo vede contrapposto al sindaco di San Vito dei Normanni circa la quantità dei servizi da erogare e l’apporto economico di ciascun Comune».

Pronta la risposta della Lega, che dopo aver cercato nelle scorse settimane un’intesa con FdI, adesso fa parte del centrodestra con dentro FI e Idea: «Come è usanza di questa città, alcuni partiti ritengono di creare confusione per solo fini elettorali e di parte, parlando di tutto e di più o addirittura etichettando alcune forze di opposizione come curatori di alcuni interessi sui servizi sociali. Quali interessi? Di cosa parlano? Ebbene, per correttezza e chiarezza nei confronti dei cittadini, saremmo curiosi di chiedere a tutti i partiti presenti in Consiglio comunale se ci sono consiglieri assunti presso società che operano nei servizi sociali e se ci sono consiglieri che hanno consulenze con società già esistenti o di nuova costituzione che operano nei servizi sociali. Solo tolto questo dubbio le voci che si alzano per gettare ombre così, tanto per fare rumore, possono essere credibili». Fratelli d’Italia, in questa partita, si è schierato ovviamente contro l’amministrazione Rossi.

Nel mentre i partiti si azzuffavano sui servizi sociali, Azione ha tenuto un congresso cittadino al quale hanno partecipato Gabriele Antonino e Vito Birgitta del Pri. Il partito di Calenda, nelle scorse settimane, aveva firmato comunicati stampa assieme al Pri e all’arcipelago di civiche raccolte sotto la sigla “Brindisi al Centro” (che dialoga con FdI), salvo poi decidere di defilarsi (momentaneamente?). Nel corso del congresso cittadino, il coordinatore provinciale di Azione, Raffaele Pappadà, ha dichiarato che non stringeranno alleanze con FdI, M5S e Lega. Quindi, ricapitolando: Pri e Azione dialogano, Pri e FdI viaggiano assieme, ma Azione non vuole avere niente a che fare con FdI. E neppure con la Lega, che fa parte dell’altro centrodestra. Andrà allora con il centrosinistra? No, se questo ingloberà il M5S. Insomma, è più probabile che si stia giocando a chi la spara più grossa, in questo momento.

Sull’altra sponda c’è il centrosinistra, dove la situazione non è meno complicata. I Cinquestelle, infatti, continuano a mostrarsi particolarmente critici nei confronti dell’amministrazione Rossi, non risparmiando neanche il Pd; non a caso anche sui servizi sociali hanno deciso di punzecchiare l’amministrazione Rossi. E il M5S è l’unico partito che non ha inteso celebrare la presunta importanza dell’eolico offshore per lo sviluppo futuro di Brindisi. Su questo tema si è invece registrata l’uscita concomitante della Cna, del Pd di Brindisi, dei consiglieri regionali Maurizio Bruno e Mauro Vizzino, del deputato pentastellato Giovanni Luca Aresta (facente parte dell’ala del movimento più dialogante con il Pd) e del presidente della Provincia Toni Matarrelli. Tutti questi hanno prodotto comunicati in serie, aventi lo stesso tenore e diramati a distanza di poche ore uno dall’altro. Una circostanza che rende intuibile una coordinata comunanza di visioni e interessi, seppure nessuno si prenda mai la briga di spiegare dove sarà possibile insediare le imprese che – nei desiderata dei firmatari – trasformeranno Brindisi nell’hub del Mediterraneo per la produzione di componentistica per l’eolico offshore. Se è vero che la zona industriale di Brindisi ha enormi problemi legati alla perimetrazione del Sin e alla carenza di fondi per le bonifiche, che Falck Renewables sta incontrando difficoltà nel reperimento di spazi, che non vi erano aree adeguate per accogliere Intel e che l’amministrazione comunale sta immaginando una nuova area di sviluppo industriale proprio a causa della penuria di spazi (fatta eccezione per quelli a sud del petrolchimico che si vorrebbero destinare all’energia da fonti rinnovabili), allora forse bisognerebbe affrontare l’argomento con maggiore puntualità.

Per completare il quadro, sarà che la maggioranza Ursula non è nei piani di Pd, Lega e Forza Italia, ma queste tre forze continuano a comportarsi come quegli schermidori che abbozzano un attacco ma che alla fine si limitano a incrociare timidamente le spade in attesa che scorra il tempo. Ma il momento delle scelte si avvicina e qualcuno dovrà iniziare a fare sul serio.