Home Cultura La testimonianza di un brindisino a Milano: “Nella mia Brindisi sento spirare un nuovo vento”
La testimonianza di un brindisino a Milano: “Nella mia Brindisi sento spirare un nuovo vento”
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La testimonianza di un brindisino a Milano: “Nella mia Brindisi sento spirare un nuovo vento”

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BRINDISI – Scrive un brindisino innamorato ma deluso dalla propria città e poi adottato da un’altra che a volte non ha voglia nemmeno di adottare i propri nativi, così presa dal voler apparire a tutti i costi cosmopolita e dedita soprattutto verso chi può permettersi di vivere al suo interno, oligarchi economici avversi al pendolarismo. Scrive chi non ha voluto dire “mi basta” ad un sistema che dice “se vuoi è così”, sistema a sua volta costretto a questo da superiori interessi che garrotano l’industria tecnica costringendola ad accontentarsi delle briciole. Scrive anche chi non ha perso la speranza nella rinascita post-industriale (Non è notizia di ieri il prossimo ridimensionamento, se si vuol essere ottimisti, della centrale termoelettrica “Federico II”, da tutti ostracizzata ma che ha permesso a molti una vita differente) di una città classificata primo capoluogo di provincia in Puglia per emigrazione di forza lavoro giovane, trasformata nel secolo scorso da realtà contadina in realtà industriale per “decisione divina”, come se questo gesto avesse potuto significare qualcosa di importante a lungo termine.

Premesso quanto sopra è sempre un piacere sentire aria di casa, come accaduto oggi con il ritorno in presenza a Milano di “Fa’ la cosa giusta”, Fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili organizzata da Terre di Mezzo Editore. Nel padiglione dedicato al turismo consapevole la Regione Puglia ha partecipato alla manifestazione con uno stand istituzionale atto a promuovere e valorizzare il territorio e quanto ha da offrire sia verso chi non lo conosce sia verso chi invece questa conoscenza vorrebbe approfondirla. Rinfrancato da una presenza agli occhi familiare, la silhouette del “tacco d’Italia”, mi sono avvicinato allo stand e ho visto qualcosa che, qualche anno fa, non avrei creduto possibile. Nel desk dedicato alle attrazioni marittime, oltre a vari dépliant in cui al solito mio malgrado la fanno da padrone le spiagge del leccese e tarantino, ho incontrato un concittadino, Nicola Giulivo, che mi ha parlato del suo progetto BrioBrindisi e di come stia cercando di investire e fare qualcosa per incentivare il turismo in terra brindisina, facendo conoscere quello che il turista non conosce e che magari l’autoctono ha dimenticato. Mi ha trasmesso passione e fiducia, voglia e interesse e sono francamente rimasto stupito da questo, ma la cosa ad avermi più stupito è stata l’età che Nicola dimostra, probabile figlio della fine degli anni ’90 e così pieno di voglia di far crescere la stessa città che io, qualche anno meno giovane, non ho invece saputo aiutare a sufficienza, non senza rammarico. Durante il trascorrere del giorno ho riflettuto su questo incontro, che dopotutto non è stato l’unico ad avermi piacevolmente stupito ultimamente. Tralasciando la riapertura di immobili del demanio fermi da decenni o strutture turistiche ricettive sul lungomare, altra dimostrazione d’affetto verso Brindisi seppur con modi differenti l’ho ricevuta tramite il canale Youtube “In viaggio con Richard”. Qui Riccardo Barletta condivide la sua esperienza di Food Blogger in Italia e nel mondo, senza dimenticare Brindisi: ha infatti visitato locali con cui altri giovani come lui hanno voluto scommettere su questa città, che buona parte della mia generazione ha forse con troppa fretta (e forse per comodità, ancora non lo so) voluto dare per persa. Non è nemmeno una coincidenza che alcune delle iniziative che stanno sbocciando siano figlie di un’altra dimostrazione di un cambiamento lento ma interessante: il laboratorio di innovazione urbana di Palazzo Guerrieri di cui è Project Manager Davide Agazzi, che ha percorso una strada esattamente inversa alla mia, da Milano verso Brindisi. Pur sentendolo spirare da lontano, sento la presenza di un nuovo vento, che non fa girare pale eoliche e non è presente sulla rosa, ma muove coscienze e porta speranze. Mi sento contento e felicemente meravigliato. Scusatemi se, dopo aver vissuto praticamente metà della mia vita lontano dalla città Natale ed aver riposto le speranze nel ritorno definitivo a casa, forse realizzabile solo in età pensionabile, alle belle notizie non sono più abituato.

Marco Sacrestano