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D’Aprile: “I brindisini chiedono serenità”
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D’Aprile: “I brindisini chiedono serenità”

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BRINDISI – Serenità!

Serenità è la condizione emotiva che a gran voce chiedono i cittadini brindisini.

Pacata tranquillità nel loro vivere privato e sociale, corroso da una situazione socio economica che si arrabatta con una infinità di incertezze, insicurezze, instabilità, ancorché minato da continue, sterili e inconcludenti polemiche che ingenerano una sorta di guerra del tutti contro tutti.

Forse il cielo non ci cade ancora addosso, ma sarebbe bene che le pubbliche autorità, ad una società brindisina delusa e divenuta, ahimè, quasi amorfa, non fossero prodighe di paternalismi ed accondiscendenti programmi di “tutto va, anzi, andrà (quando?) quasi….bene”.

La città ha bisogno di un rilancio morale come in pochi altri momenti, in quanto l’inadeguatezza di un quadro politico non ben definito, caracollante e disomogeneo crea disorientamento e degrado. Pertanto, l’indignazione della gente onesta deve diventare pubblica, visibile e tangibile, affinchè non si alimentino ulteriori atteggiamenti di sfiducia, rassegnazione, torpore civile, ma anche di incredulità e di isolamento.

Questa nostra città governata da logiche che hanno sempre privilegiato gli interessi di pochi facendo scempio dei diritti di molti, subisce da decenni gravi offese alla salubrità del territorio, al lavoro e alle tutele sociali, in particolar modo sul versante della sanità. Una situazione insostenibile che impone la mobilitazione di tutte le coscienze e di tutte le energie democratiche per dare voce alla crescente domanda di giustizia e di riscatto sociale.

Si potrebbe pure accettare per amor di patria e, nostro malgrado, assoggettandosi al solito ricatto occupazionale, su di un ipotetico piatto di bilancia l’imposizione così, sic et simpliciter, di insediamenti e depositi di combustibili di ogni genere, impacchettati e chiavi in mano, altamente impattanti, peraltro ingenerate da procedure autorizzative forzate e di dubbia legittimità e fatte passare, forse nella convinzione che la civitas brindisina abbia l’anello al naso, anche come panacee di tutti i mali economici della città, deturpando, conseguentemente ed irreversibilmente come nella fattispecie, la caratteristica polifunzionalità del nostro porto, ma nell’altro piatto della stessa bilancia devono “contestualmente” essere assicurati, con la forza di una establishment autorevole, capace e lungimirante, ancorché capace di costruire coesione e inclusione sociale, non proclami, bandi e via discorrendo, ma atti decisionali, investimenti e certezze finalizzati ad un “immediato” rilancio dell’economia cittadina che vedano interessati i comparti del turismo, del commercio, dell’agricoltura, dell’industria di qualità, dell’enogastronomia e quant’altro, della qualcosa , allo stato, non se ne intravedono tracce.

Diversamente ci verrà concessa (è proprio il caso di dirlo!) come sempre avvenuto, la solita vita di assoluto anonimato, farcita da qualunquismo, precarietà ed approssimazione.

C’è un modo per vincere la tendenza alla depressione così diffusa, alla stanchezza, quasi il destino di Brindisi sia scritto e nessuno osa cambiarlo: LOTTARE!

Francesco D’Aprile