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In autunno il congresso del Pd. Meglio Cannalire dei suoi ignavi detrattori
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In autunno il congresso del Pd. Meglio Cannalire dei suoi ignavi detrattori

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BRINDISI – Il commissario provinciale del Pd di Taranto, Antonio Misiani, ha anticipato che in autunno ci saranno i congressi per il rinnovamento delle cariche nei circoli locali. E l’appuntamento rappresenterà uno snodo potenzialmente decisivo per il centrosinistra brindisino, che si troverà a pianificare le Politiche e le Amministrative, probabilmente entrambe nel giugno 2023. Il segretario cittadino Francesco Cannalire è stato l’uomo delle grandi rivoluzioni: ha avuto l’intuizione di portare il Pd verso la sinistra movimentista dopo anni di laboratori centristi dai dubbi risultati e ha proceduto a un apprezzabile maquillage della lista dopo anni in cui nel Pd ci entrava chiunque. Il problema, però, è che adesso il Pd è diventato un partito a conduzione familiare, con pochissimi iscritti e con un dibattito interno confinato a quella manciata di amministratori pubblici che hanno ottenuto le ambite cariche. Di fatto non esiste una base. Non sarà un problema solo di Brindisi, ma qui la situazione è aggravata dal fatto che il Pd ha perso per strada tutti i compagni di viaggio (fatta eccezione per il civico Matarrelli) ed è rimasto da solo, con il cerino in mano, a sostenere le politiche estremamente divisive della costola dei No al carbone, ovvero quel Brindisi Bene Comune in Europa Verde che porta avanti una visione di sviluppo piuttosto di nicchia, soprattutto se rapportata ad una città che basa la propria economia su un modello di sviluppo fatto di grandi insediamenti industriali e di invasive infrastrutture verso cui il movimento di Rossi malcela il proprio disprezzo. Cannalire e gli amministratori del Pd, in questi 4 anni, hanno dimostrato una fedeltà da premio Nobel per la Pace, ma adesso stanno pagando a caro prezzo questo approccio, e lo stanno facendo pagare alla città, perché l’esperimento di governo con Bbc avrebbe potuto funzionare solo se il Pd avesse fatto da equilibratore delle posizioni oltranziste di Rossi&co. Invece nessuno si è accorto dell’esistenza del Pd in questi anni: sui grandi temi è stato un assolo di Rossi. Sulle nomine c’è stato invece più equilibrio.

Va sottolineato, tuttavia, che la presenza invadente di Emiliano e la linea estremamente ecologista di Letta, fortemente contrario al gas (tanto da disdegnare quello egiziano e da istruire gli europarlamentari dem a porsi contro la tassonomia basata su gas e nucleare) e particolarmente ammiccante verso Europa Verde impongono a Cannalire ed ai 4 moschettieri che lo attorniano una linea conciliante verso le politiche di Rossi. Linea che però difficilmente consentirà al Pd brindisino di valere il 19% di voti presi a Taranto. Lì il Pd è vivo e porta investimenti e occasioni di sviluppo attraverso i suoi rappresentanti regionali e statali. Qui è una scatola vuota.

Ad ogni modo, questo atteggiamento del segretario del Pd ha attirato legittime critiche in città da parte di quasi tutte le associazioni di categoria, larga parte dei sindacati e da quasi tutti i partiti e movimenti politici, da sinistra a destra. Rossi e Cannalire sono soli e accerchiati: almeno, questa è la sensazione che si ha seguendo quotidianamente il dibattito pubblico. Al momento le sponde sono rappresentate dai Cinquestelle formato Aresta e da Matarrelli. Altri alleati non è dato conoscerne.

Ma bisogna dire che se Cannalire ci mette la faccia e l’impegno, non si può dire lo stesso per i suoi detrattori. Perché è facile criticare, tramare, meno facile è assumersi responsabilità. Risulta infatti davvero mortificante che in una città capoluogo dell’importanza strategica di Brindisi non ci sia un gruppo di persone disposto a sfidare Cannalire presentando una proposta alternativa di gestione e visione del Pd e della città. Tutti parlano, nessuno agisce. Si lascerà che Cannalire diriga per dieci anni il Pd e che ricandidi Rossi senza colpo ferire, limitandosi a insultare e puntare il dito da casa.

Scusateci ma davanti a questo modo incommentabile di interpretare la politica, meglio uno che ci mette la faccia.