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Il nuovo ruolo della comunicazione in politica
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Il nuovo ruolo della comunicazione in politica

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Abbiamo uno strano modo di fare informazione in Italia: si fa più che altro “narrazione”. E non si distinguono quasi mai i “fatti” dai “commenti”. Prendiamo la “narrazione” intorno al risultato del M5S. Sembrerebbe che Giuseppe Conte abbia fatto un risultato travolgente: ma in effetti ha ottenuto la metà dei voti del 2018…

Analogamente il risultato del partito Azione-ItaliaViva è spesso presentato come un piccolo flop o come un mero spostamento di voti dal PD. Come un flop rispetto ad una “aspettativa”: andare su due cifre.

È vero si è raggiunto “solo” circa l’8%. Ma è da tener conto che il “partito” è nato praticamente ad un mese dal voto ed ha superato la somma dei sondaggi a cui erano accreditati i due partiti di partenza (fra il 5 ed il 7 %). Sicuramente un successo rispetto a chi ha dimezzato il risultato della tornata precedente.

Interessante, peraltro, sempre rispetto a questa nuova formazione politica il flusso dei voti: cito l’Istituto Cattaneo, pagina 10 del suo studio sui flussi elettorali. “Azione è un partito nuovo, che non si era mai presentato alle elezioni prima d’ora. Quali sono i canali che hanno alimentato il suo elettorato? Collocato in posizione centrista, il partito di Calenda e Renzi aspirava a conquistare voti sia a destra sia a sinistra. Le stime dei flussi indicano che la quota principale del suo elettorato è arrivata dal Pd (la quota di voti di Calenda che arriva da questa fonte oscilla tra circa un terzo a circa la metà, a seconda della città considerata). Tuttavia, sommando le sue tre componenti (Fdi, Lega, FI), anche elettori che nel 2019 avevano votato per il centrodestra, contribuiscono al risultato del partito di Calenda con una quota significativa di voti, pari in media a circa il 40% dell’elettorato della nuova formazione politica.”

Con buona pace dell’altra narrazione: quella che vorrebbe i voti di Azione-ItaliaViva provenienti solo dal centrosinistra…

Ultimo punto: al momento in cui scrivo queste note (28 settembre 2022, ore 20) la vera “trionfatrice” di questa tornata elettorale, Giorgia Meloni, è praticamente scomparsa dai media e dai social dando se non altro la dimostrazione che ha una gran consapevolezza della difficoltà del compito che la aspetta, se, come altamente probabile, sarà investita dal Capo dello Stato dell’incarico di formare e dirigere il nuovo Governo.

La stessa consapevolezza non la stanno dimostrando i due principali alleati che continuano a presidiare media e social con richieste di ogni genere…

Giorgia Meloni è molto lontana dal mio sentire Politico ma non posso che farLe gli auguri di “buon governare” perché ne va di mezzo la sorte del Paese.

Ed in effetti Giorgia Meloni sta confermando l’impressione precedente: grande consapevolezza delle difficoltà che la attendono una volta investita della premiership. Anche i suoi due “soci” di maggioranza stanno confermando le prime impressioni: stanno continuando la campagna elettorale ed in loro non è ancora avvenuto il passaggio alla “concretezza e consapevolezza” del governare.

Senza contare le “pretese” di posti di governo “di peso”: un po’ di realismo anche fra di loro non guasterebbe visto che la somma dei loro consensi è circa 8-10 punti percentuali inferiore al risultato della sola Meloni!!!

Credo che rappresenteranno i veri problemi per la stabilità del futuro governo.

Intanto la Meloni fa benissimo a dialogare quotidianamente col governo in carica per studiare i dossier più critici e provare poi a dare continuità di azione sui punti fondamentali.

Del resto anche il Presidente di Confindustria Bonomi ha dato un suo contributo indicando la via: qui sí è il caso di dire “è finita la pacchia” intesa come l’allegra brigata da campagna elettorale.

Smettetela di cianciare di pensioni ad età più o meno ridotte o di bonus a pioggia: serve lavoro e servono lavoratori specializzati, è stato il suo monito.

Confesso che dopo le esperienze dei governi Berlusconi e dopo aver visto Salvini in azione nel governo Conte1 non è che nutro grandi speranze: ma ne va del destino del Paese e quindi auguri a Giorgia Meloni.

Francesco Caroli