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EuroApi, i sindacati: “Un contesto sfavorevole”
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EuroApi, i sindacati: “Un contesto sfavorevole”

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BRINDISI – Proclamammo lo stato di agitazione ma ieri, in occasione del confronto richiesto dalle strutture territoriali e che ha visto la presenza delle strutture nazionali, non abbiamo avuto rassicurazioni che rimuovessero questo stato ma il rilancio di una parte delle cose che già ci dissero quando fu lanciata la società che vuole stare sul mercato della produzione di principi attivi per la farmaceutica.

Un ambito dove investimenti, in particolare sulla ricerca di nuove molecole innovative e bio-tech interessa molti player. In questo caso, lo scenario di congiuntura ha rallentato il piano che venne proposto nel 2021.

Continua però a non convincere l’idea che EuroAPI consideri il sito di Brindisi nelle sue opportunità produttive.

Eric Berger chief operating, insieme a Guillaume Rosso chief strategy hanno illustrato, insieme alla direzione di sito, lo scenario e le criticità che rallentano lo sviluppo dello stabilimento brindisino. Lo hanno appunto definito: “Contesto sfavorevole” per i costi dell’Energia +370%, delle Materie prime

+60% ma sono aspetti che hanno impattato su tutto il sistema industriale e non solo in Italia.

Sono soprattutto le 40 tonnellate in meno di domanda dei prodotti che vengono sottolineati “in dismissione” a generare le nostre perplessità per il futuro.

A infierire è anche la svalutazione patrimoniale del sito stesso che viene messa a bilancio riducendola di ben 21,8 milioni di euro.

Non può bastare quindi una roadmap che con il Trasferimento tecnologico dei sali B12 (agosto 2023), la Piattaforma antitubercolosi (riduzione nitrosamine), il Progetto mikonos, e lo sviluppo dei progetti di bio-fermentazione, oltre ai circa 25 milioni di investimenti, a compensare la tenuta di uno stabilimento che per dimensione e organico occupato, ha bisogno di volumi produttivi e di accompagnare quella che abbiamo sollecitato come una strategia di autonomia di approvvigionamento che rientra a pieno titolo negli interessi anche del Governo, come dichiarato dallo stesso Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso nel recente tavolo nazionale della farmaceutica istituito presso il ministero.

Un interesse peraltro non solo italiano ma europeo.

Manteniamo quindi lo stato di agitazione e ci muoveremo nelle sedi opportune per segnalare il rischio di possibili, anche parziali dismissioni, incoerenti con il disegno strategico necessario per il nostro paese nell’ambito della filiera farmaceutica.

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