Home Economia e lavoro Porto La Lega chiede l’indipendenza del porto di Brindisi: una soluzione insostenibile. Intanto Enel libera la banchina del carbone: c’è vita oltre Costa Morena Est
La Lega chiede l’indipendenza del porto di Brindisi: una soluzione insostenibile. Intanto Enel libera la banchina del carbone: c’è vita oltre Costa Morena Est
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La Lega chiede l’indipendenza del porto di Brindisi: una soluzione insostenibile. Intanto Enel libera la banchina del carbone: c’è vita oltre Costa Morena Est

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BRINDISI – Il capogruppo della Lega in consiglio comunale, Ercole Saponaro, ha depositato una mozione attraverso la quale impegna il sindaco a «ritornare ad avere l’Autorità portuale di Brindisi».
La mozione di Saponaro trova sintonie nel campo della sinistra, in particolare in Europa Verde rappresentata dall’ex sindaco Riccardo Rossi, ma anche nella Cgil. Il dato peculiare è che questa proposta sembra andare in controtendenza, invece, con le posizioni del centrodestra, soprattutto in ambito governativo. A Roma, infatti, si è impegnati in una riforma portuale, e seppure la situazione sia magmatica e la dialettica fitta, alcuni orientamenti sono già stati resi palesi. È il caso del sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, che in alcune esternazioni riportate sulla stampa ha lasciato intendere che il governo potrebbe addirittura ridurre ulteriormente il numero delle Autorità di sistema portuale, avviando un nuovo giro di accorpamenti.
Ad ogni modo, sarà interessante comprendere come accoglieranno la mozione di Saponaro i partner di coalizione e il sindaco Marchionna.
Di certo c’è che spulciando i numeri del traffico merci, si evince che il porto di Brindisi, da solo, difficilmente riuscirebbe a garantire la sostenibilità economico-finanziaria di una ipotetica Autorità portuale indipendente. Lo scorso anno, infatti, lo scalo messapico ha movimentato circa 10 milioni di tonnellate di merci. Un dato viziato dalla ripresa a pieno ritmo della centrale a carbone, destinata a chiudere probabilmente già nel 2024. Certo, qualora Edison dovesse realizzare il suo impianto, ci potrebbe essere il gnl a compensare in parte il delta mancante, ma non basterebbe per sollevare il porto di Brindisi dalle ultime posizioni in termini di movimentazione di merci, ma anche di passeggeri. Una situazione, dunque, che rischierebbe di rendere Brindisi un vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro rappresentati da Bari (molto forte nel traffico passeggeri) e Taranto (più competitiva nel traffico merci) e creare disavanzi di gestione alla nuova Autorità portuale indipendente, anche perché non si potrebbe usufruire delle economie di scala che garantiscono attualmente gli appalti di sistema. Tutto ciò, creerebbe inoltre i presupposti per ricercare nuove entrate e quindi per aumentare diritti e canoni portuali.
E a proposito di carbone, nel frattempo Ugo Patroni Griffi ha fatto sapere sulla sua pagina Facebook che «è stato formalmente avviato con Enel il phase out della banchina di Costa Morena, nella prospettiva del nuovo utilizzo polifunzionale della stessa». In soldoni, l’Authority ha chiesto ad Enel di presentare il piano di decommissioning. La disponibilità di quella banchina, assieme alla realizzazione dei nuovi attracchi di Sant’Apollinare e al banchinamento di Capo Bianco, alleggerirebbero le preoccupazioni di chi pensa che con l’installazione del deposito Edison di gnl a Costa Morena Est, il porto di Brindisi non avrebbe più adeguati spazi per sviluppare la polifunzionalità dello scalo.