Home Economia e lavoro Lyondell Basell, a rischio posti di lavoro. Le posizioni dei sindacati, di D’Attis e di Cannalire
Lyondell Basell, a rischio posti di lavoro. Le posizioni dei sindacati, di D’Attis e di Cannalire

Lyondell Basell, a rischio posti di lavoro. Le posizioni dei sindacati, di D’Attis e di Cannalire

0

BRINDISI – LyondellBasell, la posizione delle Segreterie Nazionali FILCTEM CGIL – FEMCA CISL – UILTEC UIL

Si è svolto oggi, 5 settembre 2023, convocato d’urgenza il Coordinamento Sindacale Lyondell Basell dove alla presenza del Presidente del Gruppo Ing. Mei e l’HR Gabriella Bazzana, ci è stata comunicata la decisione, presa direttamente dal Board, di chiudere uno dei due impianti presenti nel polo chimico di Brindisi denominato P9T coinvolgendo 47 lavoratori.

Questa decisione scellerata e inaccettabile ci è stata comunicata con modalità a dir poco paradossali sia nella celerità’ dei tempi, sia con la scelta di comunicarla in contemporanea all’incontro sindacale nazionale con una assemblea generale aziendale a tutti i lavoratori alla presenza dell’AD Ing. Rotini. Questo atteggiamento appare provocatorio e lesivo delle relazioni sindacali che sono alla base di un confronto costruttivo, e fa iniziare questa vertenza sotto il peggiore degli auspici.

Le giustificazioni dichiarate dall’ Azienda per sostenere questa decisione appaiono quantomeno generiche come la mancanza di monomero, i costi energetici e la distanza dai mercati oltre alla tecnologia impiegata, giudicata obsoleta e poco efficiente, tutte considerazioni che appaiono come facili alibi per un disimpegno sul territorio di Brindisi e più’ in generale sulla presenza del gruppo nel nostro paese.

Noi rigettiamo con forza queste decisioni e richiediamo il mantenimento in esercizio dell’impianto P9T, elemento indispensabile per non disperdere anni di duro lavoro e professionalità di livello altissimo.

Lyondel Basell è un’azienda fondamentale nel panorama della chimica di base e specialistica del nostro Paese e un suo disimpegno significherebbe un ulteriore indebolimento della filiera chimica italiana. È per questo che ci attiveremo fin da subito per coinvolgere Governo e MiMit in questa vertenza che deve essere oggetto di massima attenzione soprattutto alla luce delle iniziative di sviluppo delle politiche industriali sul settore che il Governo dichiara da mesi di voler portare avanti con la convocazione dei tavoli settoriali in cui quello della chimica ricopre un ruolo strategico.

Pertanto, a sostegno delle nostre richieste e dell’inizio della vertenza dichiariamo fin da subito lo stato di agitazione con il blocco degli straordinari su tutto il gruppo Lyondell Basell, iniziative che verranno ulteriormente rafforzate dalle decisioni che si caratterizzeranno sul territorio di Brindisi e che troveranno pieno sostegno da parte del Coordinamento Nazionale.

Inizia oggi una lunga vertenza nella quale non lasceremo nulla di intentato che assieme alla continuità’ produttiva dovrà’ prevedere la massima protezione delle persone e la massima temuta occupazionale in un territorio già’ profondamente colpito da chiusure e deindustrializzazione.

È una vertenza quindi che, oltre alla difesa degli assetti occupazionali deve affrontare anche il futuro stesso dello stabilimento di Brindisi.

L’intervento dell’on. Mauro D’Attis

“Sono al fianco dei lavoratori dello stabilimento LyondellBasell di Brindisi, che vivono un momento di grande preoccupazione a seguito dell’annuncio della direzione di chiusura dell’impianto P9T. Una situazione da seguire con la massima attenzione perché potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza stessa dell’intero stabilimento, ma non solo: sono preoccupato per l’effetto a catena che potrebbe generarsi anche su realtà come Eni Versalis. Perciò, avvierò a breve un’interlocuzione con il Ministro Urso sulla questione a tutela dei tanti posti di lavoro coinvolti e dell’intero comparto industriale brindisino”.

La nota di Francesco Cannalire, capogruppo del Pd

L’ipotesi della prossima chiusura dell’unità produttiva P9T di Basell è una notizia che desta sconcerto per le modalità e per i tempi. È impensabile infatti che in questa città, che rientra pienamente nel processo di transizione ecologica ed in cui finalmente si inizia a parlare di sostenibilità, ambiente e lavoro come elementi di visione strategica nell’industria, ci siano aziende che pensano di smobilitare vincolando la loro scelta solo alla convenienza finanziaria. Il fatto poi che questa scelta possa riverberarsi su altre aziende come Eni e Jindal legati al ciclo produttivo di Basell con il rischio di migliaia di esuberi, non è affatto tollerabile. Questo territorio ha dato tantissimo anche in campo della produzione chimica, oltre a quello della produzione energetica, ed ora ha il diritto di chiedere, a gran voce, investimenti per una riconversione produttiva sostenibile. Per questo abbiamo richiesto la convocazione della conferenza capigruppo aperta alle organizzazioni sindacali e alle categorie per una mobilitazione generale e per valutare ogni azione a garanzia di un futuro sostenibile del petrolchimico.