Home Economia e lavoro Porto Scontro tra Autorità portuale e Asi sul Prp: “Il Consorzio non conosce la normativa”
Scontro tra Autorità portuale e Asi sul Prp: “Il Consorzio non conosce la normativa”
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Scontro tra Autorità portuale e Asi sul Prp: “Il Consorzio non conosce la normativa”

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BRINDISI – Prosegue lo scontro tra Autorità portuale e Consorzio Asi sulla competenza nella pianificazione delle aree retroportuali. Il conflitto tra i due enti è emerso nella fase di Valutazione ambientale strategica del nuovo Piano regolatore portuale redatto dall’ente presieduto da Ugo Patroni Griffi. L’Asi, infatti, aveva rilevato che «la gestione e la programmazione delle aree all’interno degli agglomerati industriali (ossia le aree retroportuali, ndr) è di esclusiva competenza del consorzio Asi». Pertanto, «l’ingerenza normativa del Prp non può avere valore di pianificazione».

L’ente portuale ha controdedotto, non senza vena polemica, che si è limitato ad «applicare la normativa di settore in materia di pianificazione delle aree portuali, normativa che parrebbe non esattamente nota a codesto Consorzio». L’Authority richiama l’art. 5 della legge n. 84 del 1994, la quale prevederebbe che «la pianificazione delle aree portuali e retroportuali è di competenza esclusiva dell’Autorità di sistema portuale, che vi provvede mediante l’approvazione del Prp». Inoltre, l’ente portuale sottolinea come, sempre secondo l’articolo 5, «il Piano regolatore portuale è di rilevanza statale e rappresenta l’unico strumento di pianificazione e di governo del territorio nel proprio perimetro di competenza». Insomma, nelle aree portuali e retroportuali gli strumenti urbanistici sarebbero sostituiti dal Prp, e ciò «per l’effetto delle novelle legislative intervenute nell’ultimo periodo». La ratio consta nella «prevalenza dell’interesse statale – spiega l’Autorità portuale – allo sviluppo dello snodo portuale di rilevanza nazionale ed internazionale sugli interessi regionali o comunali», così come statuito dalla sentenza n. 6 del 2023 della Corte Costituzionale.

L’interesse concreto dell’Authority viene chiarito nel passaggio successivo, nel quale argomenta che «le aree retroportuali, così come definite dalla normativa, sono da considerarsi nucleo operativo accessorio riconducibile alle attività e funzioni delle aree portuali quale supporto, anche con carattere temporaneo e/o saltuario, per assicurare il corretto funzionamento e la gestione dell’ambito portuale nel suo complesso». Infine, l’ente portuale fa presente che «la proposta del nuovo Prp è stata adottata dal Comitato di gestione, cui partecipa la Regione, che è ente preposto all’approvazione dei piani regolatori delle aree di sviluppo industriale». Ebbene, la Regione «nulla ha rilevato sulla questione sollevata da codesto Consorzio», conclude l’Authority.