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Il senso del Teatro nell’era dell’istante
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Il senso del Teatro nell’era dell’istante

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BRINDISI – Avete mai provato la sensazione di essere continuamente fuori tempo? Nell’epoca dell’istantaneo, in cui tutto è disponibile in tempo reale, il tempo reale in cui noi arriviamo a leggere o a conoscere una determinata notizia è sempre “un po’ dopo”. L’opportunità di sapere qualcosa mentre accade o immediatamente dopo, rende quella cosa già vecchia un attimo dopo. Questa discronia, che coinvolge un po’ tutti gli ambiti della nostra vita, si riflette giocoforza anche nell’industria culturale che fatica sempre di più a reggere i ritmi del mondo attuale e si lascia trascinare dall’idea di una cultura mordi e fuggi. I libri diventano il caso editoriale del momento, i film risentono dell’avanzare delle serie tv e delle piattaforme di streaming, cosa che li sta progressivamente trasformando prima di tutto in un prodotto commerciale, da fruire il più delle volte in mobilità, sullo schermo di un telefono. Insomma, il tempo fugge e dobbiamo corrergli dietro.

E il teatro? Si potrebbe pensare che esso sia, tra tutte le forme d’arte quella più anacronistica, quella più obsoleta. Nessun hashtag, nessuna forma di commento o condivisione in tempo reale come, invece, per una puntata di Game of Thrones. Ci manca forse il tempo di amare il teatro?

E se, invece, la mancanza di questa ossessione per l’istantaneità fosse proprio la carta vincente del teatro? D’altronde se è sopravvissuto a millenni di innovazione artistica, un motivo ci dovrà pur essere. Il coinvolgimento emotivo dato dall’ assistere dal vivo alla creazione di un mondo, alla rappresentazione di esso, alla messa in scena dell’umano e di tutti i suoi aspetti, la condivisione reale e non virtuale del momento, la riflessione inevitabile che induce uno spettacolo teatrale sono, in effetti, qualcosa di magico, una specie di incantesimo che da oltre duemila anni è in grado di riformulare il tempo.

E infatti, non a caso, a dispetto del sentire comune, le statistiche non danno il teatro per spacciato, anzi. Il volume d’affari è in costante crescita dal 2013 (dati statistica andamenti stagionali SIAE 2016/Indagine DOXA 2017). È fondamentale non lasciare che questi numeri smettano di aumentare ma per creare arte serve il sostegno economico delle istituzioni e dei cittadini (a proposito, potete donare il vostro 5 per Mille alla Fondazione Teatro Verdi di Brindisi). Il teatro e in generale il mondo della cultura e dello spettacolo sono sì un laboratorio di creatività ma allo stesso tempo costituiscono lavoro per centinaia di migliaia di persone, dagli artisti a chi sta dietro le quinte, tecnici e maestranze. Su L’Ora di Brindisi cercheremo di raccontare cosa succede a teatro, il nostro teatro, e di dare rilievo al fermento artistico cittadino. Una città che non dà peso alla cultura è una città destinata ad esaurire la propria forza vitale. Per questo è necessario che essa arrivi a tutti e coinvolga tutti. La Fondazione Teatro Verdi lo fa dall’inizio applicando per esempio tariffe agevolate ai giovani e agli studenti. In generale, la città sta rispondendo bene. Il teatro continua a piacere, nonostante crisi e flessione economica.

Forse perché, in un teatro, ci si dimentica di tutto. Ci si dimentica del tempo.

Francesca Taurisano