Home Editoriale Porto di Brindisi: “Lasciate ogni speranza voi che entrate”. Scontro senza quartiere tra AdSP, Comune, magistratura e stampa
Porto di Brindisi: “Lasciate ogni speranza voi che entrate”. Scontro senza quartiere tra AdSP, Comune, magistratura e stampa
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Porto di Brindisi: “Lasciate ogni speranza voi che entrate”. Scontro senza quartiere tra AdSP, Comune, magistratura e stampa

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BRINDISI – Il porto di Brindisi è un vortice nel quale vengono fagocitati, ruminati ed espulsi tutti. Prima che “Brindisi Già Capitale d’Italia”, bisognerebbe apporre dei cartelli con la scritta “Lasciate ogni speranza voi che entrate”. In questo momento storico, poi, la situazione è così complessa (compromessa?) che è quasi impossibile che possa venirne fuori qualcosa di buono. Autorità portuale e Amministrazione comunale, infatti, hanno idee di sviluppo e sensibilità ad oggi quasi inconciliabili, e questo in qualche misura rischia di riverberarsi sull’iter per la realizzazione delle opere portuali già finanziate e su quelle già realizzate. Già, perché le scaramucce tra i due enti vengono da lontano, da prima delle attuali gestioni Patroni Griffi-Rossi, con la recinzione realizzata per la security portuale, necessaria per ottemperare alle ineludibili norme introdotte in materia di antiterrorismo e per continuare ad avere traffici nel porto di Brindisi, che è diventata oggetto di cruenti scontri in punta di diritto urbanistico. Scontri che sono sfociati nell’intervento della magistratura, con il Sostituto Procuratore della Repubblica Raffaele Casto che ha messo su un impianto accusatorio che ha travolto amministratori e funzionari degli enti interessati, compresa la Soprintendenza per quanto concerne l’area di Punta delle Terrare, per la quale è stato disposto il sequestro, al pari della recinzione per la security.

Il porto di Brindisi è stato anche causa di diversità di vedute emerse all’interno della magistratura, con il pm Casto che ha chiesto l’arresto di Patroni Griffi e Di Leverano e il Gip De Angelis che ha respinto la richiesta, con conseguenti impugnazioni del pm presso il Riesame, dove Casto ha visto l’accoglimento delle sue ragioni. Adesso la palla passa alla Cassazione, che se dovesse dare ragione a Casto, sospenderebbe Patroni Griffi per 8 mesi.

Capite bene che in questa situazione, dove tutti – adempiendo ai propri doveri – si scontrano l’uno contro l’altro, in una battaglia che sembra senza quartiere, è impossibile che non si concluda la battaglia con morti e feriti, dove per morti e feriti si possono intendere in maniera figurata attività portuali e cittadini brindisini.

E in questo quadro di tensioni sociali generate dalle vicende portuali, è stato coinvolto anche il “quarto potere”, ovvero la stampa, con un collega giornalista querelato dal presidente dell’Authorità portuale con le accuse di rivelazione di segreti di ufficio aggravata in concorso continuata, pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale continuata e diffamazione pluriaggravata continuata. Tutte accuse smontate dal pm Casto (ha chiesto al gip l’archiviazione della notizia di reato), che poche settimane dopo aver richiesto l’arresto di Patroni Griffi, si è ritrovato a dover decidere della fondatezza della querela depositata dallo stesso presidente, querela che ha come oggetto la rivelazione di segreti di ufficio in concorso nell’ambito dell’indagine coordinata proprio dal pm Casto.

Andrea Pezzuto