Home Cronaca Manuela e le sue bambine in mezzo a una strada: l’Agenzia per i beni confiscati alla criminalità vuole assegnare la sua casa all’Arma dei carabinieri
Manuela e le sue bambine in mezzo a una strada: l’Agenzia per i beni confiscati alla criminalità vuole assegnare la sua casa all’Arma dei carabinieri
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Manuela e le sue bambine in mezzo a una strada: l’Agenzia per i beni confiscati alla criminalità vuole assegnare la sua casa all’Arma dei carabinieri

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BRINDISI – L’emergenza abitativa non riguarda solo l’edilizia popolare pubblica di proprietà del Comune o di Arca Nord Salento.

A infittire il ginepraio si aggiunge anche la gestione degli immobili confiscati alla criminalità organizzata. L’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità, infatti, agisce secondo un modus operandi non sempre in linea con le esigenze degli enti locali. Il Comune di Brindisi, ad esempio, richiede da tempo e insistentemente l’assegnazione di immobili gestiti dall’Agenzia, in modo tale da tamponare l’emergenza abitativa, perlomeno quella legata ai casi più gravi. Tuttavia, la carenza di personale dell’Agenzia, rapportata all’immenso patrimonio a disposizione, comporta evidenti difficoltà di interlocuzione tra gli enti e di conseguenza una inefficienza gestionale.

Ne scaturiscono drammi come quello che sta attraversando Manuela Cannone, madre di due bambine (una di 20 mesi e l’altra di 7 anni), che martedì si vedrà sfrattata dall’appartamento nel quale vive da anni per fare posto, a quanto è dato sapere, a carabinieri in servizio a Brindisi.

Vi è subito da premettere che Manuela occupa l’immobile in maniera abusiva, in quanto l’appartamento nel quale abita è stato confiscato a suo padre, e da quel momento non aveva più diritto di abitarci. L’inefficienza dell’Agenzia prima accennata, però, ha fatto sì che la situazione si trascinasse fino ad oggi. Martedì l’ufficiale giudiziario busserà alla porta di Manuela e delle sue bambine per sfrattarle.

Il Comune, per quanto di propria competenza, ha proposto una collocazione provvisoria presso una casa famiglia sita a Latiano o presso una delle abitazioni di contrada Chiodi, ma Manuela non ha nessuna intenzione di trasferirsi lì e chiede aiuto ai suoi concittadini affinché possano metterle a disposizione un appartamento.

“È vero, ho sbagliato a non mettermi in lista per l’assegnazione di una casa popolare – spiega Manuela -, ma adesso non possono sbattermi fuori da casa mia in questa maniera, senza darmi la possibilità di trovare un’altra abitazione per me e per le mie bambine. In fondo, pago colpe di mio padre. E soprattutto non mi pare giusto che la mia casa venga assegnata a dei carabinieri che percepiscono già uno stipendio”.