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Perché l’OMS ha torto marcio sulle mascherine
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Perché l’OMS ha torto marcio sulle mascherine

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BRINDISI – Questo articolo è la traduzione di un articolo pubblicato in lingua inglese a questo link: http://substantialupgrades.com/covid-19-the-public-is-being-misled-on-masks/

Un numero crescente di studi accademici ed esperimenti sul Sars-Cov-2 mostrano come il rischio più significativo di contagio risieda in stretti contatti in ambienti interni con uno scambio d’aria limitato. Questi risultati, se uniti alle prove aneddotiche e scientifiche che indossare mascherine in pubblico riduce significativamente il rischio di infezione, sono in contrasto con l’attuale politica dell’OMS che scoraggia l’uso delle mascherine per la popolazione generale.
Il principio di precauzione
Sebbene gli studi sull’utilizzo delle mascherine, pur puntando tutti nella direzione per cui le mascherine sono effettivamente utili, non diano solide certezze scientifiche questo commento accademico che tutti dovrebbero leggere sull’argomento indica quale dovrebbe essere il fulcro delle politiche pubbliche in tutto il mondo
“Esiste un argomentazione morale secondo cui al pubblico dovrebbe essere data la possibilità di cambiare il proprio comportamento (cioè iniziare a indossare maschere) in linea con il principio di precauzione, anche quando l’evidenza diretta e sperimentale a beneficio di tali azioni non sia chiara”
La produzione di massa di mascherine non richiede un balzo improvviso della tecnologia, ma è qualcosa che può essere raggiunto in breve tempo nei paesi occidentali. È più facile che costruire ventilatori, più efficace di alcune forme di distanziamento sociale e per lo più innocuo per l’economia (con buona pace delle polemiche sul calmieramento dei prezzi). Perché dunque l’OMS e altri enti governativi come il CDC americano continuano a sconsigliare l’uso di mascherine in pubblico? L’argomento iniziale di impedire al pubblico di attingere ad una fornitura globale limitata di mascherine che invece sono primariamente necessarie negli ospedali è lodevole ma la comunicazione al riguardo è stata orribile.
Le direttive dell’OMS non sono scientificamente valide
L’OMS ha definito inefficace e controproducente l’utilizzo di mascherine da parte della popolazione all’inizio di una pandemia. Mentire al pubblico su un argomento così importante costituisce un brutto precedente visto che la stessa OMS potrà essere costretta ad incoraggiare fortemente le persone a indossare le mascherine nelle fasi successive dell’epidemia.
Gli argomenti sollevati contro l’uso delle mascherine non hanno fondamento né antecedente né scientifico.
1. Le mascherine creano un senso di sicurezza fuorviante che incoraggerebbe un comportamento meno prudente nell’utilizzatore (totalmente non provato)
2. Se le mascherine vengono maneggiate male, non sono protettive per chi le indossa (questo argomento ignora il fatto che anche se chi le indossa contamina la propria maschera, la mascherina proteggerà comunque gli altri dal contagio se l’indossatore è infetto)
3. Le maschere non possono essere utilizzate costantemente in alcuni frangenti/luoghi (ignorando il fatto che limitare il tempo di esposizione è pur sempre meglio di un’esposizione totale)
Istruzione, istruzione, istruzione
Tutti i punti citati da chi dubita l’efficacia delle mascherine hanno un denominatore comune: presuppongono che il pubblico non possa essere educato all’uso corretto delle mascherine ed essere istruito su come minimizzare i rischi anche in contesti problematici. Questo approccio è destinato a fallire. Se le autorità non si fidano del pubblico le autorità non possono aspettarsi di contenere questa pandemia. L’istruzione è la chiave, le bugie non ci portano da nessuna parte.
Sono più che disposto ad ammettere che non abbiamo solide basi scientifiche a sostegno dell’uso massiccio delle mascherine, ma come lo studio sopra citato sottolinea brillantemente “Le prove aneddotiche sono giustamente considerate metodologicamente sospette, ma mentre contempliamo l’uso del principio di precauzione, non dovremmo ignorare del tutto tali prove. Dovremmo, ad esempio, tenere conto degli alti tassi di infezione (e della mortalità sostanziale) tra il personale sanitario e gli altri operatori in prima linea in contesti in cui vi sono carenze di mascherine rispetto a contesti in cui il personale era protetto in modo più coerente”
Evidenze empiriche sull’efficacia della mascherine
Come già detto, mentre le prove aneddotiche sull’efficacia delle maschere sono abbondanti (basti guardare ai tassi di infezione nei paesi asiatici con una cultura che incentiva indossare mascherine in pubblico), le prove scientifiche sul ruolo delle mascherine nel ridurre la diffusione del virus sono scarse. Uno studio pubblicato da Nature sui virus respiratori (non specifico per il COVID-19) ha dimostrato che le maschere chirurgiche per il viso hanno ridotto significativamente la rilevazione dell’RNA del virus dell’influenza nelle goccioline respiratorie e l’RNA del coronavirus negli aerosol, con una tendenza alla riduzione nella rilevazione dell’RNA del coronavirus nelle goccioline respiratorie. Se siete confusi sulla differenza tra aerosol e goccioline potete dare un’occhiata al mio articolo precedente .
Lo studio – che per essere onesti ha coinvolto un campione limitato – ha rilevato coronavirus in goccioline e aerosol respiratori in 3 su 10 (30%) e 4 su 10 (40%) dei campioni raccolti da soggetti che non indossavano mascherine, ma non ha rilevato alcun virus nelle goccioline respiratorie o aerosol raccolti dai partecipanti che indossavano mascherine.
Dopo la pandemia di SARS, due studi condotti in Cina hanno dimostrato come indossare maschere sia stato un fattore significativo nella riduzione dell’infezione da SARS. In un evidence review paper recentemente pubblicato, condotto da diversi scienziati di tutto il mondo, i ricercatori sostengono che “La preponderanza delle prove indica che l’uso delle mascherine riduce la trasmissibilità per contatto riducendo la trasmissione di goccioline infette sia in laboratorio che in contesti clinici. L’uso della mascherina in pubblico è più efficace per fermare la diffusione del virus quando la percentuale di utilizzo nella popolazione è elevata.”
Qualsiasi maschera va bene!
Una volta stabilito che dovremmo probabilmente indossare mascherine in alcune situazioni sociali per il resto della pandemia, ci troviamo di fronte all’attuale carenza di fornitura di mascherine. Mentre per ridurre il rischio di contagio ai minimi termini dovremmo tutti indossare tutte le mascherine N95 (in Europa note come fpp2) che filtrano il 95% delle particelle sospese nell’aria, nella maggior parte dei casi indossare mascherine chirurgiche ridurrebbe comunque notevolmente i rischi di contagio. Le mascherine chirurgiche proteggono dalle goccioline ma non proteggono dalle particelle di virus emesse tramite respiro. Tuttavia, se limitiamo il tempo di esposizione ad ambienti con una potenziale dose elevata di particelle virali (ad esempio un supermercato) a pochi minuti, le maschere N95 potrebbero non essere necessarie.
Dato che anche le mascherine chirurgiche sono al momento difficile da trovare, le persone di tutto il mondo hanno escogitato soluzioni diverse, alcune delle quali sono supportate dalla scienza. Questo recente studio sulle mascherine fatte con tessuti alternativi ha dimostrato che mentre le mascherine “fatte in casa” sono meno efficaci di mascherine industrialmente prodotte, aggiungendo una calza di nylon sopra la maschera l’efficienza di filtrazione per cinque delle maschere dieci maschere casalinghe testate dai ricercatori è risultata superiore alle mascherine industriali! Per capire di cosa sto parlando guardate l’immagine della ricercatrice Lisette Fernandez della Northeastern University che mostra la combinazione di calza di nylon e mascherina.

Un’altra soluzione alla scarsezza di mascherine disponibile è quella di riutilizzarle. Mentre siamo ragionevolmente certi che “parcheggiare” le mascherine in un cassetto o ancora meglio stenderle al sole per 7-10 giorni dovrebbe decontaminarle e garantirne il sicuro riutilizzo, ci sono persone che possiedono poche mascherine ma che devono usarle quotidianamente. Qualora vi ritrovaste in tale situazione, potreste cuocere le mascherine nel forno per uccidere il virus. I ricercatori dell’Università di Stanford confermano che il riscaldamento a 70 ° C / 158 ° C in un forno da cucina per 30 minuti o l’esposizione al vapore acqueo proveniente dall’acqua bollente per 10 minuti sono metodi di sterilizzazione efficaci. Questo sembra un modo scientificamente provato, facile, rapido e sicuro di riutilizzare tutti i tipi di mascherine per più di una volta.

Lorenzo Coccioli