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New Arena, il Comune non ha i soldi. Possibile li metta la società come chiese Oggiano
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New Arena, il Comune non ha i soldi. Possibile li metta la società come chiese Oggiano

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BRINDISI – Il Comune non ha i soldi per le opere di urbanizzazione propedeutiche alla realizzazione della New Arena. Al momento la situazione è questa: poi, se al 2 novembre qualcuno dovesse aver presentato offerte di acquisto degli immobili comunali, allora il problema sarebbe risolto perché il Comune avrebbe trovato la liquidità necessaria. Ma dovrà essere ricavata una cifra cospicua, perché quelle somme sarebbero prioritariamente utilizzate per pagare la sorte capitale del rateo del mutuo annuale del Comune e poi per le opere di urbanizzazione della New Arena.

È allora possibile che i 250.000 euro (molto probabilmente saranno di più con il passare del tempo) necessari per le opere di urbanizzazione se li accollerà la società che si aggiudicherà il bando di gara.

In verità, il Consigliere Oggiano presentò un emendamento affinché i 750.000 impegnati dal Comune per espropri e opere potessero essere accollati alla società aggiudicataria, ma all’epoca si fecero orecchie da mercante nonostante la situazione delle casse comunali fosse mutata per via dell’adesione al predissesto. Anche i consiglieri Ciullo e Serra espressero riserve sul fatto che il Comune potesse avere disponibilità di spesa per quelle somme, ma tant’è.

L’altro tema caldo riguarda il mancato parere di congruità del dirigente ai Servizi Finanziari rispetto al piano economico-finanziario presentato dalla società. Il dirigente, seppure interpellato, non ha potuto esprimersi sulla congruità o meno perché non gli è stata fornita la documentazione per superare le riserve esposte nei mesi scorsi attraverso note interne. C’è da dire, comunque, che per il rilascio del parere di congruità vi è tempo fino al momento dell’aggiudicazione, ma certamente ragioni di opportunità avrebbero consigliato che tale congruità fosse attestata prima del bando. Per adesso esiste solo l’asseverazione della banca rispetto al Pef della società, ma trattandosi di un’opera da 16 milioni di euro finanziata per quasi la metà da risorse pubbliche a fondo perduto ed in presenza di una concessione quarantennale superiore ai 30 anni canonici, sarebbe stato opportuno avere già il parere di congruità del dirigente. Ma come detto, c’è tempo fino all’aggiudicazione. E sarà importante in quella fase che il Comune verifichi in maniera stringente la rispondenza dei costi e dei ricavi indicati nel Pef, onde evitare di ritrovarsi sorprese dopo pochi anni.