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Verso il parere favorevole per la vasca di colmata ma con 9 prescrizioni
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Verso il parere favorevole per la vasca di colmata ma con 9 prescrizioni

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BRINDISI – La Commissione Via valuterà positivamente la compatibilità ambientale della vasca di colmata in quanto le caratterizzazioni dei fanghi da dragare hanno dato l’esito atteso dell’ente portuale, ovvero l’invarianza dei valori rispetto ai rilievi effettuati circa dieci anni fa.

Il parere favorevole, però, è accompagnato da una lunga serie di prescrizioni.

1) Il Proponente dovrà trasmettere le risultanze della campagna sui 9
punti del fondale marino ancora da indagare con una relazione sulla
caratterizzazione dei materiali; inoltre, dovrà provvedere ad
aggiornare il Piano di Gestione dei Sedimenti di dragaggio con i
risultati delle caratterizzazioni della campagna già eseguita e da
eseguire sui suddetti 9 punti.

2) Sulla base della caratterizzazione dei sedimenti e delle indagini geognostiche da eseguire in sede di progetto esecutivo, dovrà essere approfondito il tema della scelta, di
minimo impatto ambientale, del supporto dragante e di come realizzare il marginamento della cassa di colmata.
Dovranno essere fornite indicazioni sul sistema di raccolta, trattamento e allontanamento delle acque di dragaggio dalla colmata, specificando, qualora il progetto conservi gli sbocchi dei collettori esistenti, la soluzione efficace, allo sbocco dei collettori stessi, in qualsiasi condizione di livello marino.

3) Dovranno essere progettati tutti gli interventi atti a prevenire ogni possibile inquinamento dell’ambiente idrico per sversamenti accidentali.

4) Per quanto concerne la cassa di colmata e le opere di protezione, il Proponente dovrà svolgere uno studio che determini il corretto dimensionamento delle opere di
protezione e la loro efficacia nel tempo, anche in ragione della prossimità della zona PG3 (Pericolosità Geologica molto elevata), nonché, anche mediante l’esecuzione di indagini dirette e/o indirette, per escludere la possibilità di innesco di fenomeni di sifonamento della vasca di colmata.

5) Considerato che la vasca di colmata lambisce una zona che è considerata dal PAI PG3, il Proponente deve redigere uno studio di compatibilità geologica e geotecnica, anche ai fini della declassificazione dell’area (in capo all’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale), produrre la ricostruzione richiesta in scala più alta (almeno 1:5000) e
fornire elaborati progettuali secondo i criteri stabiliti dalla normativa vigente NTC2018, valutando i possibili scenari di eventi incidentali (anche sismici) e le modalità di gestione di emergenza (azioni progettuali per
ridurre i rischi, procedure di emergenza, mezzi, materiali e attrezzature di emergenza, principali azioni previste in caso di
incidente).

6) Con riferimento alla tenuta idraulica della vasca, il Proponente
dovrà analizzare i risultati delle indagini geognostiche all’interno dell’area svolte nell’ambito della progettazione esecutiva al fine della conferma dei parametri geologici e geotecnici stimati in via preliminare attraverso le indagini geologiche/geotecniche eseguite nelle aree limitrofe e dalle indagini geofisiche eseguite sull’area interessata dall’intervento.
Nel caso in cui i risultati delle indagini geognostiche si discostino dai parametri stimati in via preliminare, sarà necessario valutare soluzioni alternative.

7) Dovrà essere prevista, come misura di mitigazione, la realizzazione di una fascia di verde per delimitare il profilo della colmata in continuità con il vicino Parco Regionale.

8) Per quanto attiene al Piano di Monitoraggio, che dovrà tenere conto particolarmente di tutte le attività di movimentazione dei sedimenti, in fase ante operam, di cantiere e di esercizio, il Proponente dovrà:
• per le componenti “Vegetazione, flora e fauna terrestre
Ecosistemi”, identificare, per le fasi in corso e post operam, le eventuali criticità ambientali non individuate durante la fase ante operam, che potrebbero richiedere ulteriori e non previste esigenze di monitoraggio, anche con la periodicità dei campionamenti post operam estesa e prevedendo almeno un altro campionamento nei successivi 3 anni, per tutti gli elementi indagati;
• nelle stazioni di campionamento in colonna individuate, provvedere il monitoraggio anche dei parametri Clorofilla A e Solfuri liberi, alle cadenze proposte, e una catena di
allerta in caso di moria dei pesci durante l’escavo;
• in esecuzione del protocollo “Mussel Watch”, provvedere il monitoraggio anche della presenza di arsenico e contaminanti organici persistenti nei tessuti dei mitili,
tenendo debito conto del loro stato fisiologico;
• provvedere all’individuazione, in corrispondenza ove sono presenti mosaici di Posidonia/AP su substrato duro secondo i rilevamenti BIOMAP, di altre 4 stazioni, per rilevare ante operam, post operam e nell’anno successivo
al termine degli interventi i seguenti parametri:

documentazione fotografica delle biocenosi bentoniche, in periodi corrispondenti e negli stessi punti;
o prelievo e determinazione specifica di benthos di substrato duro;
o parametri fenologici di Posidonia Oceanica e condizione della prateria;
o tutti i parametri fisico chimici già individuati con sonda multi parametrica compresi solidi sospesi e Clorofilla A;
• per la componente idrica verificare la coerenza del Piano di monitoraggio con le indicazioni delle “Linee Guida per la predisposizione del PMA. Indirizzi metodologici specifici: Ambiente idrico (Capitolo 6.2) – ISPRA REV. 1
DEL 17/06/2015” e concordato con gli Enti competenti in materia, tra cui l’ARPA Puglia, anche al fine di valutare la possibilità di integrare i punti di monitoraggio individuati,
in base alle criticità idrauliche evidenziate dalla documentazione fornita;
• per lo stato di qualità delle acque dei corpi idrici superficiali, riportare i dati più recenti in possesso degli Enti competenti, con riguardo soprattutto ai carichi inquinanti ante operam, per scongiurare eventuali sversamenti accidentali.

9) Prima di procedere all’infissione delle palancole nel fondale, il Proponente dovrà effettuare la verifica dell’assenza di cetacei nell’area, considerando prudenzialmente zona di esclusione l’intera area portuale.