Home Cultura Brindisi 2^ per dispersione scolastica, il report di Save the children: “La dad in questi mesi ha acuito i divari sociali e accentuato la dispersione scolastica”
Brindisi 2^ per dispersione scolastica, il report di Save the children: “La dad in questi mesi ha acuito i divari sociali e accentuato la dispersione scolastica”
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Brindisi 2^ per dispersione scolastica, il report di Save the children: “La dad in questi mesi ha acuito i divari sociali e accentuato la dispersione scolastica”

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Molte segnalazioni di assenza dalle lezioni arrivano dai territori più a rischio di emarginazione sociale. “E’ necessaria più attenzione agli studenti di nuovo in didattica a distanza”: è l’allarme lanciato da Save the children, che invita a “non perdere di vista coloro che sono maggiormente a rischio di dispersione scolastica”. “La dispersione scolastica in Italia, negli ultimi cinque anni – ricorda Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children -, ha raggiunto anche il 15% del totale degli studenti e oggi non è ancora scesa sotto il 13,5%. Una particolare attenzione va dedicata a quei territori che sono ‘rossi’ anche sul piano dell’emergenza educativa, dove si rilevano i picchi più alti di dispersione scolastica, come ad esempio la Calabria, dove il numero dei dispersi è del 21,5% e dove le diseguaglianze digitali sono molto accentuate”. In Italia le scuole necessitano ancora di 283.461 pc e ben 336.252 studenti non hanno alcuna connessione internet. Inoltre come certifica l’Istat, il 12,3% dei minori non ha un computer o un tablet in casa per seguire le lezioni a distanza (850 mila minori in termini assoluti), percentuale che arriva al 20% nel Mezzogiorno, e il 57% di coloro che ne dispongono, lo deve condividere con altri componenti della famiglia. Solo il 30% dei ragazzi che si sono trovati impegnati nella didattica a distanza presentava competenze digitali idonee mentre due terzi hanno competenze basse o di base (ed il 3% nessuna).

Circa 1 minore su 5 incontra maggiori difficoltà a fare i compiti rispetto al passato e, tra i bambini tra gli 8 e gli 11 anni, quasi 1 su 10 non segue mai le lezioni a distanza o lo fa meno di una volta a settimana.

Quasi la metà delle famiglie con maggiori fragilità (45,2%) vorrebbe “le scuole aperte tutto il giorno con attività extrascolastiche e supporto alle famiglie in difficoltà”, opzione che comunque è gradita dal 39,1% dei genitori intervistati.

La mappa sulla dispersione scolastica – un fenomeno che a livello nazionale riguarda il 13,7% dei ragazzi nel nostro Paese, un dato ancora molto alto rispetto all’obiettivo stabilito dall’Ue di ridurre il tasso sotto il 10% entro il 2020, tanto che si è dovuto fissare un target nazionale al 14% – ci racconta poi che in Italia circa 70 province su 107 non raggiungono l’obiettivo europeo. Tra queste le più svantaggiate sono Caltanisetta (27,1%), Brindisi (26%), Sud Sardegna (25,7%), ma numerose sono anche le realtà al centro e al nord che presentano forti criticità, come le province di Imperia (22,2%) e Arezzo (22%) (10).

Le difficoltà della didattica a distanza e la mancanza di opportunità educative in un’Italia che già prima dell’emergenza Covid-19 vedeva molti bambini e ragazzi lasciati indietro, vittime della povertà economica ed educativa, la scuola, un punto di riferimento fondamentale per contrastare le diseguaglianze educative, ha dovuto affrontare la sfida della didattica a distanza, che spesso ha acuito svantaggi e divari sociali e territoriali.

Nel nostro Paese, secondo gli ultimi dati Istat a disposizione, più di 4 minori su 10 vivono in abitazioni sovraffollate, privi di spazi adeguati allo studio, e il 12,3% non ha un computer o un tablet in casa per seguire le lezioni a distanza, percentuale che arriva al 20% nel Mezzogiorno. Tra i bambini e ragazzi che invece possono disporre di questi strumenti, il 57% si vede costretto a condividerlo con gli altri componenti della famiglia. Solo il 30% dei ragazzi impegnati nella didattica a distanza, peraltro, presenta competenze digitali elevate ed idonee all’uso delle piattaforme online.

È su questo scenario di partenza, che la didattica a distanza ha incontrato difficoltà oggettive che emergono dall’indagine sulle famiglie condotta da Save the Children: secondo i genitori in Italia la DAD ha peggiorato il ritmo scolastico dei figli nel 39,9% dei casi. In particolare, tra i genitori in maggiore difficoltà socio-economica in Italia molti sono quelli che vorrebbero un aiuto più consistente da parte degli insegnanti (72,4%) e un accesso più semplice alla didattica a distanza (71,5%) perché ritengono le attività scolastiche più pesanti per i loro figli (63,4%), difficili (53,9%), eccessive (46,7%).

Save the children