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Ansia da contaminazione: i disagi causati dalla pandemia
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Ansia da contaminazione: i disagi causati dalla pandemia

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La diffusione del coronavirus è stata caratterizzata come una pandemia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel marzo 2020. Sebbene la frequenza dei disturbi mentali dovrebbe aumentare durante le pandemie, è importante fare dapprima delle osservazioni: in primo luogo, le

peculiarità della pandemia COVID-19 possono avere un impatto diretto sul decorso clinico del disturbo ossessivo compulsivo (DOC), una condizione che colpisce circa il 3% della popolazione generale; in secondo luogo, bisogna tenere presente che il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato dalla presenza di ossessioni (che sono pensieri, immagini o impulsi indesiderati e spiacevoli) e/o compulsioni (comportamenti ripetitivi o rituali mentali mirati a ridurre l’ansia e il disagio provocati dalle ossessioni); infine il fatto che la pulizia, la paura di contaminazione e di contrarre una malattia, che sono temi tipici di preoccupazione per i pazienti con DOC, sono ormai diventati un argomento centrale delle notizie e dei social media.

Dato l’elevato impatto del DOC sulla qualità della vita dei pazienti e gli alti tassi di comorbidità psichiatriche, l’attuale epidemia di COVID-19 rappresenta una sfida unica per i pazienti con DOC, dato il maggiore disagio dovuto ad un potenziale aumento della frequenza di ossessioni e compulsioni. Poiché il lavaggio delle mani è considerato una delle principali precauzioni contro le infezioni, la richiesta di disinfettanti, saponi e guanti è aumentata, insieme all’insistenza sull’importanza degli standard di igiene, lavaggio e prevenzione della contaminazione. Quelle che apparentemente sembrano regole facili da seguire, possono essere difficili per i pazienti con DOC, che hanno già le loro insicurezze sulle misure igieniche o sulla necessità di pulizia compulsiva.

Una prima caratteristica clinica rilevante correlata al peggioramento è stata l’insorgenza di nuove ossessioni e compulsioni e il rivivere le ossessioni e compulsioni passate, che erano assenti prima dell’inizio della pandemia. L’insorgenza di ossessioni e compulsioni nuove e passate potrebbe essere correlato alla necessità di un maggiore controllo contro potenziali contaminazioni o all’aumento del tempo libero durante il lockdown, portando ad un aumento dei comportamenti ripetitivi. Inoltre, hanno mostrato un aumento anche di comportamenti di evitamento, principalmente legati alla paura di una possibile contaminazione.

Inoltre, l’incremento del DOC, la solitudine e l’isolamento sociale legati al lockdown possono aver influenzato i tassi di aumento delle idee suicidarie. Il disturbo ossessivo compulsivo di per sé è già stato associato ad un aumento dei livelli di suicidio rispetto alla popolazione generale. I pazienti in cui vi è stato un peggioramento del DOC hanno mostrato, inoltre, tassi più elevati di controllo di Internet, principalmente per rassicurazioni sulla salute o controllo delle notizie: questo potrebbe essere interpretato come una risposta all’attuale incertezza globale e alla mancanza di accessibilità a servizi medici non prioritari. Emerge, inoltre, un incremento dell’intolleranza all’incertezza e la frequente ed eccessiva ricerca sanitaria online.

Gli effetti della pandemia su ragazzi e adolescenti

A seguito del lockdown di marzo 2020 è stato chiesto a tutti i dipendenti pubblici e non con compiti non essenziali di lavorare da casa e tutte le scuole e gli asili nido sono stati chiusi. Così, in poche settimane, ai bambini e agli adolescenti è stato chiesto di restare a casa, e ai loro genitori di gestire il lavoro scolastico per i figli sotto la supervisione degli insegnanti attraverso l’uso di supporti virtuali.

In questa situazione, la maggior parte delle famiglie ha sperimentato una sensazione di isolamento, poiché è stato impedito loro di interagire con altre persone, se non attraverso degli strumenti elettronici, e ai bambini e agli adolescenti è stato consigliato di non incontrare i loro amici e compagni di gioco.

È noto che il trauma può essere un fattore scatenante per i sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo o che comunque possa contribuire ad un peggioramento di questi ultimi nelle persone già affette da DOC. Inoltre, è importante sottolineare che i sintomi del disturbo ossessivo compulsivo possono manifestarsi diversi anni dopo l’epidemia.

Anche se la paura dell’infezione da COVID-19 potrebbe non essere completamente paragonabile ai traumi nell’infanzia, è stato suggerito che la depressione, i disturbi d’ansia, il disturbo da stress post-traumatico, i disturbi psicotici e il suicidio possono essere conseguenze della paura del COVID-19: gli individui che in precedenza hanno sperimentato disturbi psicologici, possono esserne particolarmente inclini. È stato dimostrato che i giovani con disturbo ossessivo compulsivo hanno sperimentato un peggioramento significativo del disturbo ossessivo compulsivo e un aumento delle ossessioni di contaminazione e compulsioni di pulizia/lavaggio.

Poiché i traumi possono innescare o aggravare i sintomi del DOC, possiamo dire che la pandemia di COVID-19 ha provocato una crisi globale ed è stata associata all’insorgenza di disturbi psichiatrici.

È emerso che vi è stato un aumento del numero di bambini e adolescenti con pensieri di pulizia e rituali di contaminazione durante la pandemia COVID-19. Nelle circostanze in cui i media riportavano quotidianamente il numero di malati gravi o il numero di persone morte per infezione da COVID-19 (anche le persone più giovani), questi giovani potrebbero essere maggiormente influenzati da pensieri o preoccupazioni aggressive riguardanti l’idea che i loro genitori o i loro nonni possano ammalarsi o addirittura morire. I bambini sarebbero, infatti, più vulnerabili circa l’idea di perdere la protezione dei propri cari. Emerge inoltre che il peggioramento è stato più pronunciato nei bambini con età precoce di esordio e una storia familiare di disturbo da deficit di attenzione e iperattività.

 

Quando il disturbo può diventare un tentativo di “normalità”

La prevalenza di ansia e depressione è aumentata dal 4% nel 2019 al 20% nel 2020 nella popolazione generale cinese. Oltre alla depressione e all’ansia, è stato suggerito un aumento dall’inizio della pandemia COVID-19 anche per i disturbi da uso di sostanze, i disturbi alimentari e il disturbo ossessivo-compulsivo.

Alcuni pazienti con disturbo ossessivo compulsivo, compresi quelli con paure di contaminazione, hanno avuto un aumento dell’ansia durante la pandemia. Altre persone con disturbo ossessivo compulsivo hanno invece riferito di sentirsi rassicurate dal fatto che ora ci sono linee guida rigide sul lavaggio delle mani e di essersi sentite convalidate riguardo alle loro solite eccessive preoccupazioni sulla contaminazione, la loro pulizia eccessiva e la prevenzione di potenziali contaminanti. Tuttavia, le persone con sintomi di disturbo ossessivo-compulsivo non relativi alla contaminazione sembrano essere preoccupate quanto il resto della popolazione. Ciò significa che le precauzioni che, ad oggi, in tutto il mondo si stanno mettendo in atto ed in particolare gli evitamenti e il lavarsi le mani, possono, infatti, aver portato ad un’apparente riduzione dell’ansia in alcuni pazienti. Al contrario, gli stessi comportamenti di evitamento e lavaggio delle mani per chi non è abituato, ovvero persone non affette da DOC, sono più stressanti. I dati emersi sembrano suggerire che il COVID-19 abbia avuto un impatto positivo ed inaspettato per la salute mentale di alcune, ma non tutte, le persone con DOC. Tuttavia, è necessaria un’analisi continua per valutare l’impatto finale.

Comprendere l’impatto di una pandemia come il COVID-19 sull’espressione del disturbo ossessivo compulsivo nei pazienti affetti e sullo sviluppo di nuovi casi di disturbo ossessivo compulsivo fornirà probabilmente importanti informazioni sui determinanti ambientali del disturbo. Per questo è fondamentale che i gruppi attivi nella ricerca si impegnino nello studio dell’impatto di tali cambiamenti sugli esiti di salute tra i loro pazienti, nonché propongano iniziative per esplorare il previsto aumento dell’incidenza del disturbo ossessivo compulsivo una volta che la pandemia sarà finita.

Dott.ssa Viviana Guadalupi, psicologa-psicoterapeuta