Home Politica Mal di firma, il Presidente del Tar Lecce: “I dirigenti comunali sempre più perseguono fini di tutela personale, sviando dall’interesse pubblico e dal potere conferitogli”
Mal di firma, il Presidente del Tar Lecce: “I dirigenti comunali sempre più perseguono fini di tutela personale, sviando dall’interesse pubblico e dal potere conferitogli”
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Mal di firma, il Presidente del Tar Lecce: “I dirigenti comunali sempre più perseguono fini di tutela personale, sviando dall’interesse pubblico e dal potere conferitogli”

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Nella relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario 2021, il presidente del Tar di Lecce Antonio Pasca ha messo in in evidenza l’allarmante fenomeno della burocrazia difensiva alimentato in particolare dai dirigenti comunali.

“Devo segnalare – afferma Pasca – che con sempre maggiore frequenza si manifesta un singolare fenomeno che potrebbe definirsi come di ‘amministrazione difensiva’.

Si tratta di ipotesi in cui il soggetto preposto alla finalizzazione dell’attività amministrativa adotta un provvedimento non già sulla base delle proprie autonome valutazioni del contesto fattuale normativo di riferimento, bensì al precipuo fine di garantire se stesso dal rischio del promovimento dell’azione penale nei suoi confronti.

Ciò si verifica in particolare in taluni settori, quali l’edilizia (in tema di edificazione residenziale in area agricola), le concessioni balneari (in tema di smontaggio periodico delle strutture amovibili) e, da ultimo, proprio nel settore delle proroghe delle concessioni demaniali marittime.

In taluni provvedimenti, specie in sede di riedizione del potere e di annullamento in autotutela di provvedimenti favorevoli in precedenza adottati dal medesimo dirigente, si evince chiaramente che il fine perseguito è quello di conformarsi ad una interpretazione della norma che metta al sicuro da eventuali iniziative in sede penale.

Con specifico riferimento al regime di proroga ex lege 145/2018 può pertanto fondatamente ritenersi che molti provvedimenti di diniego siano stati adottati non già sulla base di autonome determinazioni finalizzate alla realizzazione dell’interesse pubblico, bensì ad altri fini e, quindi, con evidente sviamento dalla causa tipica per la quale il potere è stato conferito.

Appare sotto tale profilo auspicabile che, in sede di preannunciata riforma della giustizia, si proceda anche ad una revisione di talune norme penali nella materia della pubblica amministrazione al fine di rafforzare quei profili di autonomia delle valutazioni che caratterizzano l’azione amministrativa rispetto ad interferenze esterne, al fine di garantire il reciproco rispetto delle regole e dei ruoli.

Non è accettabile che il Dirigente comunale debba trovarsi nella alternativa tra l’applicazione della legge nazionale con il rischio di iscrizione nel registro degli indagati oppure la violazione della legge medesima”.