Home Politica Chi vuole mettere le mani sulla torta dei fondi, chi vuole indebolire il Capoluogo e chi non sopporta più Bbc: lavorano tutti per staccare la spina al monolite Rossi-Cannalire. A meno che…
Chi vuole mettere le mani sulla torta dei fondi, chi vuole indebolire il Capoluogo e chi non sopporta più Bbc: lavorano tutti per staccare la spina al monolite Rossi-Cannalire. A meno che…
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Chi vuole mettere le mani sulla torta dei fondi, chi vuole indebolire il Capoluogo e chi non sopporta più Bbc: lavorano tutti per staccare la spina al monolite Rossi-Cannalire. A meno che…

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BRINDISI – Tutti alzano la posta in gioco a sinistra, e se Rossi e Cannalire non riusciranno velocemente ad includere chi è rimasto fuori in questi due anni e adesso bussa forte alla porta per entrare nella sala del potere (da dove transiteranno i soldi europei che arriveranno a partire dall’anno prossimo), allora è probabile che l’esperienza di Rossi finirà nel mese di novembre, quando ci sarà da approvare il previsionale dove serviranno 17 voti favorevoli.

Perché in queste settimane è sempre più evidente come nel composito universo della sinistra brindisina ci sia chi come Dipietrangelo e altri ex PD stia picconando pesantemente sulla già fragile struttura della maggioranza di governo, chi come Amati non risparmia bordate al Sindaco e ha trovato degli estimatori in alcuni consiglieri comunali (oltre a Massaro, si potrebbero aggiungere anche Dell’Anna e Vadacca, firmatari di un ordine del giorno sulla Tap molto in linea con il pensiero del consigliere regionale, ma ci sarebbe anche la Fanigliulo tra i “simpatizzanti”), chi ha interesse a un indebolimento del Capoluogo per farsi spazio nella gestione dei prossimi fondi europei come il Cis e il Recovery, chi infine proprio non ne può più di condividere un percorso con Brindisi Bene Comune.

Una miscela esplosiva, che potrebbe scoppiare tra le mani di Rossi e Cannalire, asse incrollabile che tuttavia si ritrova sempre più eroso e isolato in maggioranza ma anche nel rapporto con le categorie sociali e datoriali cittadine.

Oramai sembrano crederci solo loro due e pochi altri in questa maggioranza. E salvo clamorosi cambi di paradigma invocati da mesi ma che tardano ancora a concretizzarsi, e che per l’indole del movimento di Rossi neppure sono facili da immaginare, la situazione pare destinata a deteriorarsi a tal punto da rendere possibile l’ipotesi di un ritorno alle urne anticipato.