Home Politica Prete si dimette, Fanigliulo e Massaro non voteranno la sfiducia: il PD si convince che su Edison e Contrade Rossi la pensa come loro. Avanti fino al 2023
Prete si dimette, Fanigliulo e Massaro non voteranno la sfiducia: il PD si convince che su Edison e Contrade Rossi la pensa come loro. Avanti fino al 2023
0

Prete si dimette, Fanigliulo e Massaro non voteranno la sfiducia: il PD si convince che su Edison e Contrade Rossi la pensa come loro. Avanti fino al 2023

0

BRINDISI – Il Capogruppo del PD Dosio Prete si è dimesso da Presidente della Commissione Bilancio in segno di protesta nei confronti delle politiche incoerenti assunte dal suo partito. Un gesto nobile ma isolato. Infatti, al netto del consigliere D’Onofrio che parrebbe propenso a votare per la caduta dell’Amministrazione, nessun altro è disponibile. I consiglieri del PD Fanigliulo e Massaro, infatti, non voteranno la sfiducia al Sindaco. D’altronde Elefante l’aveva preannunciato che i due, dopo aver alzato la voce tramite comunicati, avrebbero fatto marcia indietro come già accaduto altre volte.

Pertanto, mancando un voto per mandare a casa l’Amministrazione Rossi (forse anche più di uno perché nell’opposizione si parla ad esempio di qualche consigliere poco convinto dell’ipotesi di sfiduciare il Sindaco), si proseguirà come prima. Anche perché all’interno del PD si è diffusa l’autoconvinzione che il Sindaco abbia accettato tutti i punti programmatici proposti dal partito, e quindi anche di dare il proprio parere favorevole in Cds su Edison e di assecondare la linea del PD sulle contrade e sulle opere portuali (vedi vasca di colmata), nonostante sia stato lo stesso Rossi a dichiarare – in risposta ad Amati – che finché ci sarà lui non permetterà di trasformare il porto in un luogo di attesa per camion che vogliono fare rifornimento di gas o di condonare tutto e tutti come – a suo dire – vorrebbe invece Amati. E a questo punto anche il PD di Brindisi, che ha professato – seppur confusamente – una posizione vicina a quella del Consigliere regionale.

La verità è che all’interno del partito, al momento, solo i Barretta mantengono la barra dritta richiedendo a gran voce lealtà e coerenza. Il resto del gruppo ha ammorbidito di molto la propria posizione: tra deleghe ancora disponibili (la cultura andrà a Mimmo Tardio, fino a pochi giorni fa estremamente critico nei confronti di Rossi?), presidenze di enti da assegnare (la presidenza dell’Asi andrà a Vittorio Rina, che – come da lui raccontato in una recente assemblea – voleva alzarsi e andarsene nel corso di un incontro con il Sindaco perché – sempre a dire di Rina – non era accettabile l’ammissione del Primo cittadino che fino alla fine del mandato si potrà solo galleggiare e che si dice sia critico rispetto al Dpp partorito da Borri?), posizioni di consigliere comunale che chissà se saranno mai più ricoperte nella loro vita da alcuni di loro (con benefit annessi) e conferme degli assessori, la maggioranza del partito è di nuovo con Rossi. Che adesso ha la strada spianata fino al 2023. E magari avremo modo di capire ancora meglio se il Sindaco la pensa davvero come il PD su industria ed Eni Versalis, sul porto, su Edison, sulle Contrade, sul Dpp…