Home Economia e lavoro Altri grossi investimenti in arrivo…nella zona industriale di Bari. Intanto si scopre che l’Asi ha già inviato alla Regione la proposta per Intel (quella di Bari ovviamente). Per Brindisi resta l’opzione foreste e pannelli
Altri grossi investimenti in arrivo…nella zona industriale di Bari. Intanto si scopre che l’Asi ha già inviato alla Regione la proposta per Intel (quella di Bari ovviamente). Per Brindisi resta l’opzione foreste e pannelli
0

Altri grossi investimenti in arrivo…nella zona industriale di Bari. Intanto si scopre che l’Asi ha già inviato alla Regione la proposta per Intel (quella di Bari ovviamente). Per Brindisi resta l’opzione foreste e pannelli

0

BRINDISI – Grazie a Repubblica Bari scopriamo che l’Asi barese ha già “formulato ufficialmente una proposta alla Regione mettendo a disposizione un’area per il possibile insediamento del gigante informatico americano che produce microprocessori per computer (Intel, ndr)”. Quindi prima di crocifiggere Delli Noci o Emiliano bisognerebbe interrogarsi sul perché l’Asi di Bari ha già formulato una proposta alla Regione e l’Asi di Brindisi, a quanto consta, al momento ancora no.

E poi si apprende ancora dal presidente dell’Asi di Bari che la multinazionale svedese Midsummer produrrà pannelli fotovoltaici nell’area industriale Bari-Modugno perché, racconta lo stesso, volevano proprio Bari “per il lavoro fatto sulla città come un’area attrattiva” e per “un accordo di programma con la Regione che gli consentirà di avere incentivi importanti”. Parliamo di 200 posti di lavoro.

Poi, poi… Ad esempio – prosegue il numero uno dell’Asi di Bari – che “in concomitanza con la visita del Presidente del Consiglio Draghi c’era una multinazionale molto importante che ha fatto scouting per poter avviare un’attività di ricerca qui da noi; è legata al mondo dell’automotive”. Ma tra i grandi player internazionali interessati alla zona industriale barese ce n’è un altro. Il Presidente dell’Asi barese Paolo Pate infatti afferma che aspettano “l’ufficializzazione di due grossi investimenti da parte di altre due multinazionali (una opera nella logistica, ndr)”.

Ma non è finita qui, perché dei 2.000 ettari a disposizione, 1.600 sono occupati da imprese e quindi, dato il grande interesse per il territorio barese, si sta pensando di estendere ancora l’area industriale e di trasformarne un pezzo in zona franca doganale.

L’esistenza delle infrastrutture incide eccome, e Pate non nasconde che tra gli aspetti decisivi ai fini dell’attrattività dell’area barese c’è che “siamo a ridosso di un porto in forte crescita” e che “abbiamo gli snodi autostradali vicini e presto con la camionale si potrà passare direttamente da questi al porto”. Porto e opere portuali fanno la differenza a quanto pare, dunque.

Di Taranto si è detto già tutto. E anche di Brindisi. Ma almeno, rispetto al passato, c’è qualche aiuola più ordinata. E forse sarebbe il caso di pensare sul serio di tappezzare tutta la zona industriale di fotovoltaico e foreste. Tanto…