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Un acquario nel porto interno: la suggestione nella tesi di una studentessa di UniSalento
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Un acquario nel porto interno: la suggestione nella tesi di una studentessa di UniSalento

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BRINDISI – Torna l’idea di un acquario in città. A riproporla, questa volta, non è la politica ma una laureanda del corso di Scienze del Turismo della facoltà di Economia di UniSalento. La dottoressa Chiara Bramato, nella sua tesi di laurea titolata “Valutazione di fattibilità di un Acquario pubblico nel porto di Brindisi” (relatore è il prof. Genuario Belmonte), partendo dall’analisi del tessuto socio-economico del territorio racconta le implicazioni positive che discenderebbero dalla realizzazione di un grande acquario nel porto interno. Il lavoro consente di acquisire dati sulla situazione che vive la città: «Dal 1991 al 2020, da un punto di vista strettamente demografico, mentre l’Italia aumentava i suoi residenti del 6,11%, l’Istat segnalava una controtendenza per il Comune di Brindisi, che perdeva il 10% dei suoi abitanti passando da 95.458 a 85.881 residenti e doppiando persino la perdita complessiva della provincia (-5,1%)». E ancora: «Nel 2009 nascevano 9,6 bambini ogni 1.000 abitanti, nel 2019, a 10 anni di distanza, il rapporto si è drammaticamente ridotto a 5,9». Numeri eloquenti, dai quali si evince la necessità di invertire la rotta, iniziando a sfruttare il potenziale di una città che, attraverso la presenza di porto e aeroporto, beneficia – ancora troppo poco – di un «transito di persone presso gli scali considerati che le statistiche cumulate per anno stimano tra i 3 ed i 3 milioni e mezzo». Ecco l’esigenza di proporre idee prorompenti, che valorizzino le peculiarità di Brindisi, quali ad esempio la realizzazione di un acquario nei pressi del castello Svevo, seppure vada evidenziato come quell’area si configuri come sensibile militarmente e dunque inaccessibile.

«Sfruttando l’attuale conformazione strategica del porto – spiega la laureanda – la soluzione realizzativa migliore appare nell’area interna, in prossimità dei punti di approdo. Si potrebbe sfruttare la bellezza del castello Svevo, attrattore di notevole attenzione pubblica, dal quale si potrebbe pensare un ingresso apposito, oggi già esistente e ad appannaggio della Marina Militare». Sognare non costa nulla, ed ecco gli effetti speciali: «Interessante appare la prospettiva di creare una sorta di tunnel sotterraneo di ingresso all’acquario, che attraverso un accattivante sistema di luci a led e vetrate, possa permettere ai visitatori di ammirare i fondali marini. Il tunnel sarà abbellito da una serie di accorgimenti tecnologici capaci di proiettare una serie di video emozionali sulla storia millenaria del passaggio delle navi nel porto di Brindisi, immergendo il turista/visitatore in una esperienza coinvolgente. A completamento dell’offerta presentata, si potrebbe anche pensare ad un ristorante cosiddetto di “cristallo” sopra l’acquario, caratterizzato da imponenti vetrate e da una luminosità importante, tecnologicamente in grado di ruotare su sé stesso di 360 gradi, consentendo agli avventori di ammirare le bellezze dell’area».
Tra le finalità di un’opera del genere, ci sarebbe quella di cambiare la narrazione della città: «Realizzare una struttura così avanzata in una marineria di fama internazionale consentirebbe un definitivo salto di qualità all’area indagata, che, dopo decenni di tensioni, anche sociali, legate ad uno sviluppo industriale assai poco green (la centrale a carbone di Cerano ne è la più lampante testimonianza), oggi ha l’occasione storica di emanciparsi definitivamente da vecchi schemi e, perché no, anche pregiudizi, diventando centro di eccellenza del Sud Italia di porto attrezzato».