Home Editoriale Non siamo zampognari, o forse sì. Di certo sbagliamo sempre
Non siamo zampognari, o forse sì. Di certo sbagliamo sempre
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Non siamo zampognari, o forse sì. Di certo sbagliamo sempre

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BRINDISI – Non possono mica ormeggiare le navi da crociera davanti a un deposito di gnl?!

A parte che se si riuscissero a realizzare gli accosti di Sant’Apollinare senza ulteriori intoppi e contrasti, le crociere a Costa Morena, in piena zona industriale, non le vedremo mai più. Ma poi, ma veramente non si prova un po’ di imbarazzo a vedere quello che accade nel mondo e nel riascoltarci? Barcellona ha un enorme rigassificatore (di Enagas) attaccato al molo crocieristico (quello segnato con la posizione) tra i più importanti d’Europa (il rigassificatore è quello in bianco sullo sfondo) e a strettissimo giro c’è la famosissima spiaggia di Barceloneta. Perché dobbiamo continuare a vivere da zampognari?! Il passato è passato, il mondo è cambiato, gli investimenti sono molto meno impattanti, se non green. Abbiamo sbagliato tutto e continuiamo a farlo. Guardiamo avanti.

Poiché dalla storia e dai numeri si impara, siamo andati a rivedere uno studio di Numisma pubblicato nel 2007 dal quale emergevano dati impressionanti.

Già nel periodo 1997-2007, quindi prima della crisi mondiale e delle transizioni varie, l’economia locale aveva visto un trend negativo del valore aggiunto provinciale ad un tasso medio di crescita del -0,42% e si parlava di fase di disinvestimento e di stallo soprattutto per la mancanza di aree dove ospitare fabbriche (con una zona industriale tre volte il centro abitato…). Quindici anni dopo siamo messi molto peggio di allora e nulla è stato fatto, se non bearsi dei NO. Solo una classe politica scadente all’inverosimile avrebbe potuto confezionare questo disastro.

“L’andamento declinante dell’economia provinciale – si legge nel report – è il frutto di uno stallo nell’attività di investimento sul territorio e di una fase di progressivo disinvestimento. Le attività del settore chimico hanno sperimentato un ridimensionamento, l’industria alimentare non è riuscita ad uscire dal proprio nanismo consolidando le proprie fragilità, l’attività portuale si è progressivamente indebolita a vantaggio di altri porti del sistema regionale. Contestualmente si è ridotta la produttività del sistema privato, sia nel settore industriale, sia nel settore dei servizi, mentre il settore pubblico ha incrementato il proprio peso economico e strategico”. Siccome non ci facciamo mancare nulla, adesso ci barcameniamo anche tra una crisi dei poli energetico, aeronautico e (tra non molto) chimico ed una decrescita demografica allucinante.

Quale sarebbe stato il contributo del rigassificatore? Intanto 5.000 occupati in fase di costituzione. Poi: “Nella fase di operatività a regime dell’impianto lo studio ha evidenziato un contributo stabile alla crescita del prodotto interno lordo locale pari al 15% dell’attuale tasso di crescita”!

A regime, invece, “l’occupazione indotta dall’attività del rigassificatore” sarebbe stata “di 405 unità costituite da 60 dipendenti diretti, 124 dipendenti del porto e 221 addetti aggiuntivi nelle attività indotte dal rigassificatore. Queste ultime sono in parte (121 unità) nel settore dei servizi e in parte (90 unità) nel settore industriale”!

E la crescita? “Il dato più importante tuttavia è che il tasso di produttività indotto dalla presenza dell’attività del rigassificatore nella sua operatività a regime è in grado di far crescere la produttività del sistema economico brindisino del 2,5% rispetto al dato generale registrato nel 2006. Le difficoltà strutturali dell’economia della provincia (ma va?!) risiedono nella bassa propensione alla realizzazione di investimenti di incremento di attività produttive”. E avere al governo della città gente che ha sensibilità poco industrialiste non so davvero dove potrà condurre. Magari in lidi migliori. Magari all’autoconsunzione.