Home Cronaca Intervista al Questore: “Mesagne è il nostro orgoglio, anche grazie al contributo della pubblica amministrazione”
Intervista al Questore: “Mesagne è il nostro orgoglio, anche grazie al contributo della pubblica amministrazione”
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Intervista al Questore: “Mesagne è il nostro orgoglio, anche grazie al contributo della pubblica amministrazione”

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BRINDISI – Dopo oltre tre anni, il questore Ferdinando Rossi lascia Brindisi per accogliere la sfida di dirigere la Questura di Foggia.

Che provincia lascia? Com’è stato il rapporto con la realtà brindisina?

«Qui ho vissuto intensamente per oltre tre anni, si è creato un legame molto forte. Tra l’altro ho voluto la residenza a Brindisi. Posso dire di essere stato accolto benissimo da una terra meravigliosa. La mattina presto sono solito fare una passeggiata sul lungomare e devo dire che guardare il mare di Brindisi è un’emozione quotidiana. Detto ciò, credo di lasciare una provincia più sicura rispetto ad altre realtà del Meridione. Abbiamo registrato una diminuzione dei reati predatori, che quando sono arrivato impensierivano: mi riferisco ai furti e alle rapine, che nel 2021 risultano in ulteriore diminuzione. Credo ci sia ancora molto da lavorare per cercare di abbattere il sentimento di insicurezza che non è direttamente proporzionale alla diminuzione dei reati».

Come se lo spiega?

«È un sentimento diffuso e si percepisce maggiormente in quelle realtà dove non si vivono quegli episodi quotidiani di aggressione alla collettività quali omicidi e fatti estorsivi eclatanti. Si è meno assuefatti: il cittadino giustamente alza l’asticella sempre di più e poco gli importa se le rapine sono diminuite del 30% da un anno all’altro».

Dall’ultima relazione della Dia emerge che le storiche famiglie mafiose brindisine stanno patendo particolarmente i successi investigativi.

«Sono veramente contento di poter dire che in questa realtà le forze di polizia possono incidere in maniera formidabile. Partendo dal presupposto che nel brindisino la criminalità organizzata esiste, perché va riconosciuto altrimenti siamo già perdenti, credo però che le attività poste in essere in questo territorio daranno nei prossimi mesi e nei prossimi anni dei risultati formidabili; ne sono convinto. Penso che veramente si potrà ulteriormente ridimensionare la presenza della criminalità organizzata. Nei prossimi anni Brindisi e la sua provincia potranno tirare un grosso sospiro di sollievo».

Nel giro di poche settimane si sono registrate due importanti operazioni riguardanti attività criminali aventi come epicentro Mesagne. Che lettura dà?

«Parlerei di modello Mesagne: su quella città abbiamo fatto grossi investimenti di prevenzione e investigazione perché abbiamo trovato una sponda favorevole della parte sana della collettività; un grosso contributo è stato dato soprattutto dagli amministratori pubblici. Mesagne è stato il nostro punto di orgoglio. Anche la candidatura a Capitale Italiana della Cultura è un fatto importante. Rispetto alle varie indagini che nell’ultimo periodo hanno interessato Mesagne, faccio questa riflessione: non parlerei di Mesagne quale fulcro della criminalità organizzata, ma semplicemente è accaduto che alcuni soggetti che hanno un pedigree criminale importante hanno riacquistato la libertà. Il problema non è Mesagne, che è una città che si sta riscattando, in cui l’amministrazione pubblica ed i cittadini si sono schierati fortemente contro l’infiltrazione della criminalità».