Home Economia e lavoro Scandalo assunzioni, il sindacalista Aprile: “Su ogni appalto c’è la spartizione”. Il sindaco: “È un reato. Ho imposto il concorso alla Bms perché è un fenomeno diffuso”
Scandalo assunzioni, il sindacalista Aprile: “Su ogni appalto c’è la spartizione”. Il sindaco: “È un reato. Ho imposto il concorso alla Bms perché è un fenomeno diffuso”

Scandalo assunzioni, il sindacalista Aprile: “Su ogni appalto c’è la spartizione”. Il sindaco: “È un reato. Ho imposto il concorso alla Bms perché è un fenomeno diffuso”

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BRINDISI – Che funzioni così un po’ ovunque, e nel Mezzogiorno soprattutto, è cosa nota. D’altronde, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti affermò che «si creano più opportunità a giocare a calcetto che a mandare in giro i curricula». Una frase che la dice lunga sulla cultura italiana. Ciò potrebbe condurre a derubricare come bagatella l’episodio che ha visto coinvolto un sindacalista brindisino, che ha ammesso in un audio WhatsApp di aver fatto assumere «quattro ragazze madri e un maschietto». Il problema è che quando si tratta di appalti pubblici, la discrezionalità del modus operandi della ditta dovrebbe lasciare il posto alla trasparenza ed alla meritocrazia. È la legge che lo stabilisce. Per il sindacalista di lunghe battaglie Bobo Aprile (Cobas), quanto accaduto è la regola: «Quello che è avvenuto fa parte di una vecchia abitudine: le aziende che vincono gli appalti sanno di dover distribuire posti di lavoro attraverso una lottizzazione. La miseria che c’è in giro alimenta queste pratiche: il mio sindacato, per esempio, dopo aver vinto battaglie, capita che perda tessere a causa di una singola ora di straordinario in più garantita da un altro sindacalista. Purtroppo negli appalti pubblici è peggio che nel privato perché c’è la politica di mezzo». Aprile racconta anche di essere venuto a conoscenza, tramite aspiranti candidati, di episodi particolari che riguarderebbero proprio la ditta che sarebbe coinvolta in questa brutta vicenda: «Sono venute da me persone che si sono lamentate del fatto che sono state assunte giovani donne senza esperienza al posto loro, che invece vantano un’esperienza pluriennale».

Ma quanto è in voga questo malcostume? Per il sindacalista «succede sempre: appena sanno che ci sono posti liberi, politici e sindacalisti si buttano a capofitto. Sono accaduti anche casi eclatanti, in passato, di grossi gruppi che avevano ricevuto una lista per le assunzioni che seguivano logiche di spartizioni. Più volte ho avuto riscontri di tali pratiche, purtroppo. Di fronte alle scelte fatte sul territorio, le assunzioni hanno sempre seguito un sistema di accomodamento. Quello che deve fare un sindacalista è attivarsi e informare sulle posizioni aperte, io mi fermo sempre là. La legalità deve essere rispettata. Punto. Poi mi vengono a parlare di legalità quando faccio le manifestazioni e dico una parola in più fuori posto».

Anche il sindaco Riccardo Rossi esprime parole di forte disapprovazione: «Questa modalità di agire va assolutamente condannata. Tantissime persone che vivono in condizioni di disagio si rivolgono ad amministratori, politici e sindacalisti per chiedere un posto di lavoro, in particolare per le categorie meno professionalizzate come in questo caso. Chi ha un ruolo non può dare seguito a queste richieste, sia per motivi etici ma anche perché tale pratica costituisce un reato penale. Su queste sofferenze, molti politici e sindacalisti, anche millantando o semplicemente promettendo, costruiscono le loro carriere. È purtroppo un fenomeno diffuso, e proprio per questo ho imposto il concorso con la selezione pubblica per la partecipata Brindisi Multiservizi».