Home Politica Deposito carburanti, pasticcio Comune e Provincia. Il ministero non ritiene validi i pareri
Deposito carburanti, pasticcio Comune e Provincia. Il ministero non ritiene validi i pareri
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Deposito carburanti, pasticcio Comune e Provincia. Il ministero non ritiene validi i pareri

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BRINDISI – Nel corso del convegno di confronto tra i porti di Brindisi e Ravenna, sia il consigliere regionale Fabiano Amati che il presidente di Confindustria Gabriele Menotti Lippolis hanno sottolineato come siano incomprensibili i veti verso impianti in linea con la transizione energetica e con quello che l’Europa ha ribattezzato il Green New Deal. Questo discorso, però, sembrerebbe non valere per il deposito di gasolio e benzina “Brundisium”, contenente carburanti fossili che, a differenza del gnl, non rientrano nella tassonomia verde. Il presidente dell’ente portuale, Ugo Patroni Griffi, nel corso del convegno di venerdì scorso sui biocarburanti organizzato dal Propeller ha spiegato però che il deposito di benzina e gasolio potrà servire in futuro per i biocarburanti, pertanto i porti che saranno meglio attrezzati per le fasi di bunkeraggio e stoccaggio saranno avvantaggiati: «È importante disporre di contenitori, non è importante il contenuto», ha spiegato. Riccardo Rossi, comunque, sul tema è stato chiaro: «Un porto che ha 2.000 anni di storia non deve diventare una stazione di servizio di metano, benzina e gasolio. Tutti questi impianti a rischio incidente rilevante possono creare un problema all’interno del porto. E poi c’è una direttiva europea che dal 2035 elimina auto a gasolio e benzina». C’è un però: nel parere ministeriale su Brundisium viene sottolineato come, riguardo il parere (negativo) espresso dal Comune, «il consiglio comunale è competente nel rendere il parere in tema di piani territoriali ed urbanistici». Ma il parere non è mai passato dagli organi esecutivi e legislativi dell’ente comunale, il che rende di fatto invalida la posizione del Comune. Eppure per l’impianto di Edison l’amministrazione comunale fece approvare il parere dalla giunta e provò a farlo deliberare anche dal consiglio comunale (non riuscendoci per mancanza del numero legale). Ed anche il parere della Provincia è stato smontato in sede ministeriale, perché «avrebbe dovuto essere reso attraverso il parere dei competenti Settori». Ad affondare il dito nella piaga è il consigliere comunale Antonio Elefante, che scrive: «Condannano il progetto ma non hanno avuto il coraggio di portarlo in consiglio comunale». Molto critico, anche verso l’Asi, è il consigliere forzista Gianluca Quarta, che scrive: «Ciò che stranamente (in maggioranza, ndr) omettono di citare è che l’Asi, il cui parere è determinante in questa vicenda ed i cui soci di maggioranza sono il Comune e la Provincia di Brindisi, ha scritto nel proprio parere che “l’insediamento rientra tra le tipologie ammesse nella zona industriale”, preservando la necessità di “non penalizzare l’iniziativa economica nel territorio brindisino”. Qualcosa che suona come un lasciapassare». Da noi contattato per una replica, il presidente del consorzio Asi, Vittorio Rina, ha preferito non commentare.