Home Economia e lavoro Nel 2026 via all’impianto per l’idrogeno verde su 100 ettari. Intanto Confindustria al lavoro per una comunità energetica industriale, Lippolis: “A Jindal bolletta da 5,2 mln, insostenibile”. Poi la stoccata alla Regione sulla legge per le compensazioni: “Temo sia un pastrocchio”
Nel 2026 via all’impianto per l’idrogeno verde su 100 ettari. Intanto Confindustria al lavoro per una comunità energetica industriale, Lippolis: “A Jindal bolletta da 5,2 mln, insostenibile”. Poi la stoccata alla Regione sulla legge per le compensazioni: “Temo sia un pastrocchio”

Nel 2026 via all’impianto per l’idrogeno verde su 100 ettari. Intanto Confindustria al lavoro per una comunità energetica industriale, Lippolis: “A Jindal bolletta da 5,2 mln, insostenibile”. Poi la stoccata alla Regione sulla legge per le compensazioni: “Temo sia un pastrocchio”

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BRINDISI – Nel corso del convegno organizzato dall’Asi sulle comunità energetiche, Leonardo Mazza di Edison Next ha anticipato qualche dettaglio sull’impianto di produzione di idrogeno da fotovoltaico – mediante elettrolisi – che verrà realizzato a Brindisi in collaborazione con Alboran e Saipem. La società che investirà in questo progetto si chiama Alboran Hydrogen Brindisi e realizzerà – grazie anche al contributo di finanziamenti UE – l’insediamento su 100 ettari di terreni agricoli “no food” rientranti nell’area Sin. Secondo una ricostruzione del Sole24Ore, dovrebbe trattarsi di un’area prossima alla centrale Enel. Poiché ci sarà bisogno di un grande apporto di acqua per produrre l’idrogeno, la società agirà in partnership con l’Acquedotto Pugliese, così da utilizzare le acque di scarico e non distoglierne dagli usi civili. Sempre secondo Il Sole, l’impianto dovrebbe partire nel 2026 e nel 2024 la società proponente prenderà la decisione definitiva. Da chiarire bene l’utilizzo che si farà di tale idrogeno, che dovrebbe essere a disposizione del comparto industriale salentino, con l’idrogeno che potrebbe essere immesso nella rete Snam e miscelato con il gas (il c.d. blending). Il vero ritorno per Brindisi sarebbe rappresentato dalla nascita di una filiera a valle dell’investimento, con Confindustria che da tempo spinge affinché si insedi in città una fabbrica di elettrolizzatori utili nel processo di produzione di idrogeno.

Ed a proposito di Confindustria, il presidente Lippolis, nel corso del suo intervento, ha dichiarato di essere al lavoro per la nascita di una comunità energetica industriale. A tal proposito, è in corso una interlocuzione con la Regione affinché co-finanzi l’intervento, che abbisognerebbe della realizzazione di un impianto di accumulo. Lippolis ha rappresentato l’urgenza di interventi di questo tipo, portando ad esempio il caso della Jindal, che è passata da una bolletta di 450.000 euro ad una, ad agosto, da 5,2 mln di euro. Una situazione che ha costretto l’azienda a mettere in cassa integrazione quasi 300 dipendenti.

Necessario, per Lippolis, sarà coinvolgere Asi e Autorità portuale, con quest’ultima che assume particolare rilievo in quanto non assoggettata ai limiti, in termini di megawatt, che riguardano invece le comunità energetica tradizionali (limite di produzione fissato ad un megawatt). Oltre a ciò, il numero uno di Confindustria Brindisi ha spiegato come dal nuovo Prp possano nascere opportunità per la riperimetrazione, in maniera più snella, delle aree retroportuali rientranti nel Sin, così da rendenderle finalmente fruibili in tempi accettabili. Per Lippolis il treno che scorre davanti è senza precedenti, e ciò per la mole di risorse che porta in dote. Un treno i cui vagoni sono rappresentanti dalle Zes, dalle Zone franche doganali, dalle comunità energetiche industriali e portuali, dai finanziamenti di Invitalia e Puglia Sviluppo e dal Pnrr.

Lippolis ha chiuso il suo intervento evidenziando una nota – a suo dire – stonata, legata alla delibera del Consiglio regionale sulle compensazioni che si vorrebbero ottenere dai gestori delle infrastrutture energetiche realizzate (e da realizzare) in Puglia: “Non siamo contrari alle compensazioni – spiega il presidente degli industriali – ma temo che dalla discussione di ieri in Consiglio regionale sia venuto fuori un pastrocchio; spero di sbagliare. Quando si lascia troppo spazio alla discrezionalità (il riferimento è alla contrattazione – tra Regione e società in merito alle singole compensazioni – alla quale demanda la legge regionale approvata, con Confindustria che chiedeva la previsione di una cornice normativa più definita a monte, ndr) e non ci si confronta con le associazioni di categoria in maniera adeguata, si sbaglia. Credo che la Regione abbia toppato”.