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Cosa ci dicono le elezioni USA di mid-term?
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Cosa ci dicono le elezioni USA di mid-term?

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In che modo influiranno sulla geopolitica mondiale dei prossimi anni? E cosa sarà dell’Unione Europea con l’arrivo sulla scena della coppia Meloni-Salvini, cioè dell’Italia di estrema destra? Queste le domande che agitano la scena della geopolitica al pari delle domande su come andrà a finire la guerra ucraino-russa e la questione Cina-Taiwan. Non sembri esagerato porre sullo stesso piano le elezioni americane e l’impatto del nuovo governo italiano. Vediamo perché.

Le elezioni di metà mandato hanno finalmente risolto il problema di Biden “anatra zoppa” per i prossimi due anni. Resta tutto com’è. Cioè i repubblicani hanno la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti, i democratici l’hanno al Senato, che per certi versi conta di più della prima. Non c’è stata la temuta valanga di voti trumpiani, i candidati del tycoon sono stati sonoramente battuti a vantaggio di altri più moderati. Il Senato non solo ha tenuto, ma in alcuni Stati ha visto prevalere candidati democratici oltre ogni previsione. Una batosta per Trump, che nonostante tutto ha voluto ugualmente annunciare la sua candidatura alle presidenziali del 2024.

Insomma, Biden potrà andare avanti, e già al G20 in Indonesia ha dimostrato le sue qualità, cioè quanto potrà ancora sviluppare buone relazioni, mediazioni e accordi. Ha definito subito “improbabile” la matrice russa del missile caduto in territorio polacco, poi convincendo i polacchi a dichiarare il fatto uno “sfortunato incidente”, e infine assicurando l’India – che finora si era astenuta nelle votazioni all’Onu – alle ragioni dell’Occidente nel comunicato finale del G20, dove si condanna la Russia per la guerra all’Ucraina.

Il risultato di queste elezioni dunque proietta Biden in una dimensione di forza tranquilla ma determinata, mostrando a tutto il mondo che l’America “è tornata”, e lo è con tutta la forza della sua democrazia e della rule of law, cioè la forza dello Stato di diritto, contestata dalle “democrature” come quella turca o russa. Una brutta notizia per tutte le destre (estreme) del mondo, che aspettavano la vittoria di Trump e dei suoi seguaci come il segnale forte di una tendenza che dovrebbe portare a destra il mondo intero.

L’unico elemento negativo di queste elezioni? Che la società americana è davvero spaccata in due, e non solo tra democratici e repubblicani “classici”, cioè moderati un pochino di destra o di sinistra. No, stavolta i democratici erano largamente dominati dalla sinistra-sinistra, e soprattutto i repubblicani erano per lo più trumpiani, suprematisti bianchi arrabbiati, pronti a prendere le armi (letteralmente!) e a ripetere l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Due partiti inconciliabili, grazie alle forti disuguaglianze della società USA, in cui una parte prevale ormai per poche decine di migliaia di voti(di qui il rischio di contestazioni per “brogli”, come in un Paese sudamericano del Novecento). Per questa volta, la democrazia è salva. Ma come andrà fra due anni? La domanda resta aperta, e dipenderà in larga misura da quanto Biden riuscirà a tenere basso il prezzo della benzina alla pompa. Questa è l’America oggi, ed è bene prenderne atto. Più che l’Ucraina poté la benzina…

Qual è il ruolo dell’Italia di destra nel puzzle geopolitico mondiale? Far crollare l’edificio europeo comune, la UE. L’Italia può essere la prossima Polonia: indefettibilmente “atlantista”, cioè legata agli USA, ipercritica nei confronti della UE e delle sue istituzioni, tutte da cambiare dalle fondamenta. Un’altra Polonia anche per dimensioni, altri 60 milioni di abitanti, e per lignaggio, quello di un Paese fondatore dell’Unione, non un ultimo arrivato.

Di qui la paura degli Stati assediati dalle destre. La Spagna nella questione ONG-migranti si è subito defilata dall’iniziativa lanciata dall’Italia, condivisa alla fine solo da altri Paesi di destra come Grecia e Cipro, o opportunisti come Malta. Un segnale mandato ai colleghi europei e all’opinione pubblica interna, per sottolineare che un governo socialista non può appoggiare un governo di destra. Il governo francese, un monocolore macroniano senza maggioranza, si è fatto sopraffare dalla sindrome dell’assedio, che ne ha condizionato le reazioni, come si è visto nello scomposto attacco all’Italia, sempre per la questione migranti. Non ha esitato un attimo a mandare al macero il trattato del Quirinale, mettere a rischio i numerosi dossier economici italo-francesi (es. il caso Ita-ex Alitalia), e perfino il fronte comune anti-frugali per le modifiche al Patto di stabilità. Non a caso, l’unico intervento a favore dell’Italia è stato di Marine Le Pen. Però le elezioni francesi sono nel 2027, un tempo lunghissimo, in cui può succedere di tutto.

Perché una seconda Polonia può distruggere la UE? Perché gli americani sono indifferenti a un’Europa unita, e con Trump nel 2024 (o DeSantis, non cambia nulla) potrebbero essere apertamente contrari. E perché due pesi massimi come Italia e Polonia possono condizionare tutte le decisioni dell’Unione, soprattutto se la maledetta guerra a Est continuerà, logorando ancora di più l’economia europea. Se è vero che la coppia Meloni-Salvini agisce di conserva, e non con le tensioni che i media mainstream gli attribuiscono, agisce per smontare la UE, per un istinto nazionalista incancellabile, perché “è la sua natura”; la natura dello scorpione, il cui pungiglione può uccidere la rana-Italia. E’ più forte di lui.

Francesco Caroli