Home Economia e lavoro Quale transizione? Mega impianto fotovoltaico sotto il nastro trasportatore in stallo, manca l’analisi di rischio
Quale transizione? Mega impianto fotovoltaico sotto il nastro trasportatore in stallo, manca l’analisi di rischio
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Quale transizione? Mega impianto fotovoltaico sotto il nastro trasportatore in stallo, manca l’analisi di rischio

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BRINDISI – Persistono ancora troppi ostacoli lungo il percorso della transizione energetica. Il rapporto di Legambiente “Scacco matto alle rinnovabili – Gli ostacoli normativi, burocratici e culturali che frenano la transizione energetica in Italia” mette a nudo le difficoltà che si incontrano in Puglia ed a Brindisi nell’installazione di nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Il caso limite è quello che riguarda le aree contermini il nastro trasportatore della centrale a carbone di Enel, in località Cerano. Legambiente scrive infatti nel rapporto che «emblematico è il caso del Sin (Sito di interesse nazionale) di Brindisi, dove è stato proposto un parco fotovoltaico da 300 megawatt che potrebbe rappresentare un esempio di utile recupero di aree inquinate e non bonificabili». Il progetto prevede che l’impianto venga «costruito lungo i terreni adiacenti il nastro trasportatore utilizzato per far arrivare il carbone dal porto della città alla centrale di Cerano, uno degli impianti Enel più importanti d’Italia, alimentato a carbone che rientra fra quelli da dismettere entro il 2025 e che Enel ha già deciso di tramutarlo in un Polo Energetico delle rinnovabili con insediamenti in via di autorizzazione». Dove sta l’intoppo? Lo ricostruisce sempre Legambiente, che spiega come «la sua realizzazione, così come quella di altri impianti di energie rinnovabili nella stessa area Sin nella zona industriale di Brindisi, esiste solo sulla carta» in quanto «dal 2007 il ministero dell’Ambiente ha prescritto un’analisi dei rischi mai eseguita» e «a fronte di caratterizzazioni sulle matrici ambientali in significativa crescita, le bonifiche non raggiungono il 10%». In queste condizioni «l’Arpa non può esprimere pareri sui tanti progetti di impianti Fer sottoposti alla sua attenzione e si arriva al paradosso che, pur in presenza di formale impegno di società interessate ad accollarsi bonifiche, progetti che a volte sono inseriti nel Pnrr vengono bloccati o addirittura bocciati».
Vi sono poi altri due progetti di eolico on-shore, riguardanti la provincia di Brindisi, che vengono richiamati nel rapporto di Legambiente e che hanno ricevuto i pareri negativi della giunta regionale e del Mic. Il primo è l’impianto “Mondonuovo”, nel comune di Mesagne, con potenza di 54 Mw. Il secondo è il parco eolico “San Pancrazio Torrevecchia”, nel comune di San Pancrazio Salentino, di potenza pari a 34,5 Mw.
«Nonostante lo sblocco del parere Via da parte del Consiglio dei Ministri – si legge ancora nel rapporto – i progetti, tornando in Regione per l’Autorizzazione Unica, si arenano nuovamente in quanto si ritarda l’avvio delle conferenze di servizi utili per prenderne atto. Parliamo di progetti che, a distanza di un anno dall’intervento governativo, sono ancora fermi alla burocrazia regionale».