Home Economia e lavoro Porto La Soprintendenza boccia il Piano portuale e teme troppi crocieristi: “No a crociere e cantieri navali vicino a Forte a Mare. Ci sarebbe eccessiva concentrazione di flussi turistici”
La Soprintendenza boccia il Piano portuale e teme troppi crocieristi: “No a crociere e cantieri navali vicino a Forte a Mare. Ci sarebbe eccessiva concentrazione di flussi turistici”
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La Soprintendenza boccia il Piano portuale e teme troppi crocieristi: “No a crociere e cantieri navali vicino a Forte a Mare. Ci sarebbe eccessiva concentrazione di flussi turistici”

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BRINDISI – Da una parte gli imprenditori chiedono colmate e banchine dove investire, dall’altra la Soprintendenza Lecce-Brindisi boccia il nuovo Piano regolatore portuale che ne pianifica la realizzazione. Nell’ambito del procedimento di Valutazione ambientale strategica, l’organo periferico del Ministero della Cultura ha espresso un parere fortemente critico sullo strumento pianificatorio che l’ente portuale intende adottare per favorire un’infrastrutturazione del porto che possa creare sviluppo. «L’approccio sotteso alla pianificazione – scrive la Soprintendenza nel parere – sembrerebbe essere quello di perseguire una progressiva riduzione dello specchio acqueo, che oltre a trasformare radicalmente la conformazione storica del bacino portuale, altera irreversibilmente il rapporto dei monumenti con l’area portuale e con gli elementi naturalistici».
Se le tesi della Soprintendenza fossero accolte, a pagare dazio sarebbero innanzitutto i privati pronti a investire nella cantieristica navale. Nel Prp, infatti, è previsto il potenziamento dell’area a sud-ovest del porticciolo turistico (dove già insistono cantieri navali) attraverso «la realizzazione di strutture a mare che consentano di estendere le attività anche a navi di dimensioni superiori di quelle attuali». Per la Soprintendenza, però, questo darebbe luogo a «una forte criticità», in quanto «l’area si trova a 350 metri dal Forte a Mare». Pertanto, più che un potenziamento dell’area cantieristica, la Soprintendenza vorrebbe una delocalizzazione dei cantieri così da «consentire una maggiore valorizzazione del Forte a Mare». Non solo. Anche la realizzazione di un terminal crociere alla radice della diga di Punta Riso genererebbe problemi, poiché «la presenza frequente di navi da crociera creerebbe un moto ondoso che potrebbe provocare effetti sul complesso monumentale», e «una eccessiva concentrazione di flussi turistici potrebbe provocare effetti sull’attività di gestione e valorizzazione del Forte».
Nel mirino della Soprintendenza è finito anche «l’esteso banchinamento attorno al promontorio di Punta delle Terrare, che è il più antico insediamento finora attestato a Brindisi». Con la realizzazione delle opere portuali «l’area archeologica verrebbe trasformata in area a servizio delle attività portuali», con conseguente «grave danno alla valenza culturale e paesaggistica del Bene».
Infine, la Soprintendenza considera «una fortissima criticità l’ampliamento delle superfici a terra» pianificate a Capo Bianco, perché si determinerebbe «un’enorme sottrazione di superficie allo specchio acqueo». Nel frattempo, la fila di investitori delusi e di occasioni perse si ingrossa proprio a causa della mancanza di nuove aree. Quelle che la Soprintendenza demonizza.