Home Economia e lavoro Nel futuro di Enel idrogeno e logistica. Spazio anche a manifatturiero e dissalatore. Ma non mancano i problemi
Nel futuro di Enel idrogeno e logistica. Spazio anche a manifatturiero e dissalatore. Ma non mancano i problemi

Nel futuro di Enel idrogeno e logistica. Spazio anche a manifatturiero e dissalatore. Ma non mancano i problemi

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BRINDISI – Enel ha presentato il proprio Piano industriale per il triennio 2024-2026. Gli investimenti previsti ammontano a 35,8 miliardi di euro. L’approccio dichiarato sarà «a minore intensità di capitale e di rischio nelle rinnovabili», settore per il quale saranno destinati 12,1 miliardi. Sul miglioramento della qualità delle reti saranno invece investiti 18,6 miliardi. Il 49% degli interventi verrà effettuato in Italia e in Puglia sono previsti investimenti in entrambi i macrosettori.

Le maggiori attenzioni di Enel saranno ovviamente rivolte su Brindisi, dove insiste una delle più grandi centrali a carbone d’Europa. L’uscita dal fossile più inquinante è stata confermata per il 2025 e la riconversione dell’impianto a turbogas non viene considerata percorribile. Una scelta, quest’ultima, che ha indispettito il deputato forzista Mauro D’Attis. «Dopo le dichiarazioni – ha commentato – dell’amministratore delegato dell’Enel sulla centrale di Brindisi, con cui ha escluso la riconversione, abbiamo di fatto appreso che non c’è alcun vero piano industriale per il sito, se non vaghi progetti per il futuro. Non ci stiamo e non escludo ci possano essere azioni amministrative forti anche da parte del sindaco di Brindisi. L’ad Cattaneo chiama in causa il Governo, il cui intervento a questo punto è indispensabile».

Il futuro prossimo di Enel passa anche dalle risposte che giungeranno in merito all’impiego della banchina sulla quale la società movimenta il carbone. Alcuni giorni fa, infatti, l’Autorità di regolazione dei trasporti ha chiarito che l’Autorità portuale, in mancanza di un Piano industriale pluriennale da parte della società, non potrà concedere una proroga dell’utilizzo della banchina fino al 2025. Dall’ente portuale c’è comunque la disponibilità ad andare incontro alle esigenze del colosso energetico, ma servirà un intervento del Governo per dirimere la questione.

La società sta contestualmente portando avanti il percorso autorizzativo per investire – attraverso Enel Logistics – nella movimentazione di merci. Non trattandosi del core business della multinazionale, occorrerà trovare partner specializzati che vogliano impegnarsi a Brindisi. La volontà, comunque, è di utilizzare la banchina pubblica di Costa Morena Est e non quella attualmente in concessione per la movimentazione del carbone. Nelle osservazioni sul nuovo Piano regolatore portuale, Enel ha confermato di voler intraprendere attività legate alla valorizzazione della propria Zona franca doganale. L’idea è di operare nella movimentazione dei settori agrifood e automotive. Tuttavia, la banchina di Costa Morena Est non è attualmente attrezzata per questo traffico, non essendoci la possibilità di scaricare le auto dal portellone della nave.

Tra i progetti attuabili da terzi si segnala un interessamento dell’Acquedotto Pugliese per la realizzazione all’interno degli spazi della centrale di un impianto di desalinizzazione, che utilizzerebbe le opere di presa a mare della centrale. A tal proposito, in questa fase la società partecipata dalla Regione sta monitorando la salinità dell’acqua.

A Cerano, dove insiste la centrale a carbone, è prevista la realizzazione – tramite fondi del Pnrr – di un impianto per la produzione di idrogeno verde. Inoltre, verranno realizzati due campi fotovoltaici da 51 megawatt totali, con la previsione di un sistema di accumulo tramite batterie. Le facciate della centrale si trasformeranno invece in opere d’arte capaci di produrre energia rinnovabile dal sole e dal vento, e ciò grazie a una pellicola fotovoltaica organica, a una turbina eolica ed a 85 generatori eolici ad asse verticale. Troverà posto, inoltre, un polo di ricerca.

Infine, si punterà sul manifatturiero legato alla filiera delle rinnovabili. È ancora in piedi il progetto di Act Blade, che in accordo con Enel vorrebbe produrre a Brindisi pale eoliche innovative. La startup, però, ha visto sfumare i finanziamenti attesi da Invitalia e sta provando adesso a reperire nuove risorse da altri canali. L’investimento di Standex, azienda che avrebbe dovuto produrre a Brindisi moduli fotovoltaici con materiali plastici riciclati poi, è invece fermo al palo.