Home Economia e lavoro Rossi: “La centrale a gas la pagherebbero i cittadini. Nessun ritorno per il territorio. Chi la propone è mosso solo da interessi privatistici”
Rossi: “La centrale a gas la pagherebbero i cittadini. Nessun ritorno per il territorio. Chi la propone è mosso solo da interessi privatistici”

Rossi: “La centrale a gas la pagherebbero i cittadini. Nessun ritorno per il territorio. Chi la propone è mosso solo da interessi privatistici”

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BRINDISI – Per l’ex sindaco Riccardo Rossi, la strada della conversione a gas della centrale a carbone è impercorribile e deleteria. Intanto per il costo delle bollette per i cittadini. «Intanto – spiega Rossi – Terna dovrebbe smentire se stessa e sostenere adesso, contrariamente a quanto espresso l’anno scorso, che è necessaria una capacità aggiuntiva di gas. Detto ciò, le aste vengono fatte normalmente per un arco temporale di quindici anni. Enel incamererebbe alla fine circa 525 milioni di euro. Soldi che pagherebbero i cittadini attraverso oneri inseriti nella bolletta. Per questo Terna ci va con i piedi di piombo quando effettua valutazioni sulla capacità aggiuntiva. Tra l’altro a Brindisi c’è già la centrale a turbogas di Eni».

Ma per Enel non sarebbe così semplice cambiare strategia anche per un altro motivo. «Negli ultimi anni – ricostruisce l’ex sindaco – Enel ha approntato una strategia green, e per questo sono entrati nel suo azionariato molti fondi etici, che uscirebbero se Enel investisse in nuovi progetti legati alle fonti fossili. Per questo sono ad esempio costretti a chiudere con il carbone quanto prima». Non a caso il colosso energetico ha progettato per Brindisi solo interventi legati alle rinnovabili e alla produzione di idrogeno, come il progetto da dieci milioni di euro finanziato dal Pnrr, che troverà posto a Cerano.

Secondo Rossi, anche i ritorni per il territorio di una centrale a gas sarebbero minimi. «Attualmente Enel ha 250 dipendenti diretti, che non licenzierà mai. Semplicemente ne sposterebbe ottanta sulla centrale a turbogas. Non si creerebbero quindi nuovi posti di lavoro. Anche l’indotto che si genererebbe sarebbe pressoché nullo, dato che le attività manutentive sono molto limitate. Basta vedere l’indotto prodotto dalla centrale a turbogas di Enipower. Con queste richieste si sta danneggiando il territorio per interessi privatistici di retroguardia. Dal presidente della Cna, ad esempio, mi aspetterei un contributo anche in altri settori e non solo sul montaggio della centrale a gas. E se proprio dobbiamo chiedere finanziamenti pubblici, facciamolo per la realizzazione di una gigafactory, non per una centrale a gas».