Home Cultura A Brindisi indice di vecchiaia più alto della media. Intanto riapre il centro anziani
A Brindisi indice di vecchiaia più alto della media. Intanto riapre il centro anziani
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A Brindisi indice di vecchiaia più alto della media. Intanto riapre il centro anziani

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BRINDISI – Il centro anziani del quartiere Bozzano è tornato a vivere. La struttura, infatti, nelle scorse ore è stata riaperta grazie agli interventi (da 8.800 euro) resisi necessari per porre rimedio alle carenze riscontrate nel funzionamento del gruppo pompe antincendio, dell’impianto di rilevazione incendi e di numerose lampade di emergenza. Problemi che in questi mesi avevano impedito di integrare i criteri di sicurezza richiesti e quindi di svolgere attività di animazione all’interno dell’immobile. Al momento la gestione è affidata a un comitato di anziani, ma dal prossimo anno il centro rientrerà nella rete delle “Case di quartiere” e dovrà essere gestito da un soggetto che il Comune sceglierà mediante avviso pubblico. A tal proposito, il termine per presentare le offerte è scaduto il 7 dicembre scorso. A palazzo di città non si ha ancora contezza del numero definitivo di offerte pervenute. Parrebbe comunque che tra queste ne sia giunta una da parte degli stessi anziani che stanno gestendo provvisoriamente la struttura.

Il centro anziani, rimasto chiuso per tre anni, è un punto di riferimento che con il passare del tempo sta assumendo sempre maggiore importanza in città. D’altronde, Brindisi ha una popolazione in costante decremento e con un indice di vecchiaia pari a 196,1 anziani (ultrasessantacinquenni) ogni 100 giovani (0-14 anni), che è maggiore rispetto all’indice nazionale (168,9 anziani su 100 giovani). In considerazione dei dati demografici e della crescente domanda di servizi assistenziali da parte della popolazione anziana, l’ente comunale ha siglato un protocollo con la Comunità Sant’Egidio per portare avanti il progetto “Viva gli anziani!”. L’obiettivo sarà quello di «integrare la rete dei servizi sociali e sanitari esistenti con interventi di prossimità che favoriscano la permanenza delle persone nel proprio domicilio attraverso iniziative volte a ritardare la perdita della condizione di autosufficienza e ad intercettare le situazioni di fragilità prima che si verifichi una condizione di disagio. Ciò consentirà di contrastare l’isolamento sociale e di facilitare l’accesso ai servizi pubblici».