Home Cultura Le verità fanno male. Successo al Nuovo Teatro Verdi per “Perfetti sconosciuti”
Le verità fanno male. Successo al Nuovo Teatro Verdi per “Perfetti sconosciuti”
0

Le verità fanno male. Successo al Nuovo Teatro Verdi per “Perfetti sconosciuti”

0

Stasera non c’è niente di privato

BRINDISI – Nel febbraio 2016 “Perfetti sconosciuti” uscì nelle sale italiane e fu un successo inaspettato e clamoroso. L’idea di partenza, la sceneggiatura, le prove degli attori, il passaparola degli spettatori lo resero ben presto un cult; ora, decine di remake internazionali dopo, quel film ritorna sui palcoscenici italiani in una versione teatrale con attori nuovi ma tutto il sapore di quello che è già un classico.
Ieri sera al Nuovo Teatro Verdi, l’opera di Paolo Genovese (sua anche la regia teatrale) ha catapultato nuovamente il pubblico in mezzo a una cena fra amici, durante la quale il gioco innocente di mettere sul tavolo i propri telefoni con l’obbligo di leggere tutti i messaggi in arrivo si trasforma in una carneficina. Un dialogo dopo l’altro e una scena dopo l’altra assistiamo al crollo di ogni certezza, allo svelamento di vite fino a quel momento segrete e all’impressione che “meglio non sapere” sia in fondo un mantra da tenere presente anche nelle proprie, di vite. Già iper-collaudato dal successo del film, il testo non perde vigore sul palco, anzi sembra quasi tornato al suo habitat naturale. Qualcosa cambia rispetto al film, come è giusto che sia. Ciò che si lascia indietro in termini di espressività puramente cinematografica, viene ottimamente compensato dai tempi comici, dall’alchimia tra gli attori in scena (menzione alla grande intesa tra Dino Abbrescia e Massimo De Lorenzo) e anche da qualche tocco personale (ancora Dino Abbrescia, che abbandona il riso amaro e quasi caustico di Mastandrea, alleggerendo il personaggio con una levità comica che è la sua cifra da sempre). Mentre le vite dei personaggi cadono a pezzi sotto il peso di verità prima taciute e ora svelate, il pubblico sorride, ride, riflette con le gelosie, gli inganni, le bugie che tenevano in piedi queste relazioni, che tenevano insieme questo gruppo di amici. Il gioco dei telefoni sul tavolo (“le scatole nere della nostra vita”) è l’inizio della catastrofe, della tempesta perfetta, fino al rovesciamento totale dei ruoli (“So’ stato f**cio due ore e mi è bastato”): è il prezzo della verità.
Siamo frangibili“, dice verso la fine il personaggio di Paolo Calabresi. Rivelazione, consapevolezza, monito. Le verità fanno male, rischiano di sgretolarci in mille pezzi. Duplice finale, amaro e anche un po’ rassicurante. Tutti abbiamo dei segreti: sicuro che a volte non sia meglio tenerseli per sé?

Francesca Taurisano

(Foto di: Fondazione Nuovo Teatro Verdi)