
Amministrazione Marchionna: “tira a campà”!
Vicenda davvero kafkiana quella che riguarda l’asilo nido comunale del quartiere Paradiso. La scelta dell’Amministrazione comunale di esternalizzare il servizio pubblico a l privato che attualmente gestisce altri quattro asili nido in città è una scelta politica, a detta dell’assessore ai servizi sociali, Ercole Saponaro, un “bubbone”. Un Comune con un bilancio in deficit finanziario non può, certo, permettersi di gestire in perdita tale struttura. Queste le motivazioni addotte dal rappresentante dell’amministrazione in Giunta. Si potrebbe obiettare che un servizio pubblico di natura socio assistenziale, seppur in perdita (cosa da verificare con molta attenzione) può rimanere nella gestione pubblica per scelta politica. Si chiama costo sociale. Chi amministra la cosa pubblica ha come obiettivo quello di rendere servizi ai cittadini per i quali gli stessi pagano tasse o tariffe (come nel caso delle rette che le famiglie pagano per usifruire del servizio di asili nido). Servizi a domanda individuale (come quello asili nido, appunto) per i quali (tranne che per la TARI) non ha l’obbligo della copertura dei costi attraverso le entrate delle rette. Ma prendendo per buone e le motivazioni del Comune forse la comunicazione alle famiglie non è stata, particolarmente, efficace e chiara. Se si è convinti delle scelte fatte, che hanno provocato una reazione forte delle famiglie interessate, delle operatici e dei sindacati, che hanno attivato una partecipata raccolta firme, ci si sarebbe aspettato che all’incontro svoltosi ieri l’altro in Comune fosse presente il capo dell’Amministrazione, ovvero il Sindaco. La sensazione è che, come spesso accade a questa Amministrazione, invece di capitalizzare posizioni di vantaggio politico (vedi la vicenda della pista ciclabile di viale A. Moro, BMS, ex delegazione del Casale e tante altre) la stessa perde contatto con la realtà lasciando spazio e voce ad un’opposizione che ha pesantissime responsabilità politiche. A questi si aggiunge un’incapacità, ormai, patologica nella comunicazione (vedi ultima vicenda asilo nido Paradiso). Si ha la sensazione che si preferisca vivacchiare la quotidianità per evitare responsabilità e confronti/scontri con un’opposizione frastagliata e divisa, non in grado di organizzare un’azione congiunta e finalizzata ad un’alternativa credibile.