Home Economia e lavoro Brindisi, un cartello di ricerca personale spinge una sindacalista ad un’amara riflessione: “Migliaia di lavoratori rischiano di finire in quel cartello perché lo Stato lì ha abbandonati”.
Brindisi, un cartello di ricerca personale spinge una sindacalista ad un’amara riflessione: “Migliaia di  lavoratori rischiano di finire in quel cartello perché lo Stato lì ha abbandonati”.
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Brindisi, un cartello di ricerca personale spinge una sindacalista ad un’amara riflessione: “Migliaia di lavoratori rischiano di finire in quel cartello perché lo Stato lì ha abbandonati”.

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La segretaria generale regionale della Cgil, Gigia Bucci, a Brindisi nei giorni scorsi, ha condiviso una foto sui suoi canali social scattata in un locale della città dove è presente un cartello con la scritta “Cercasi aiuto cucina lavapiatti con esperienza”, scrivendo in merito una riflessione amara: “Questa sembra essere la fotografia del declino al quale però noi non ci rassegniamo. Ed è il motivo che ci ha spinto oggi ad essere a Brindisi al fianco dei lavoratori di Versalis, e mercoledì ancora qui per l’assemblea delle assemblee, perché non basta la protesta ma serve la proposta, e la proposta contro la rassegnazione è il voto ai referendum.

In Puglia abbiamo scelto Brindisi perché da anni è fra le capitali industriali del Mediterraneo ma se non fermiamo le politiche miopi e sbagliate di governo e imprese non lo sarà ancora per molto. Stiamo parlando di una delle pochissime città del Sud con un elevato numero di fabbriche di grandi e medi gruppi esterni all’area, e cioè Eni (con Versalis, Enipower e Syndial), Enel (con la controllata Enel produzione), Jindal, LyondellBasell, Sanofi, Leonardo (con l’ex AgustaWestland), Avio-Aero, Ipem, Chemgas, Magnaghi-Salver, Dema, SRB, TI- Automotive, Mignini&Petrini, Pellegrini. Difendere Brindisi significa difendere l’industria italiana, e migliaia di lavoratrici e lavoratori che altrimenti rischiano di finire in quel cartello, esposto nella vetrina di un bar perché lo Stato lì ha abbandonati”.