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Gianni D’Errico, Brindisi canta le sue canzoni e celebra la sua arte
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Gianni D’Errico, Brindisi canta le sue canzoni e celebra la sua arte

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BRINDISI – Una conversazione e anche un concerto. Per celebrare Gianni D’Errico, il cantautore brindisino scomparso 44 anni fa in circostanze tragiche, e inaugurare la piazzetta antistante il Nuovo Teatro Verdi di Brindisi che l’Amministrazione comunale ha voluto dedicare alla sua figura. Largo Gianni D’Errico entra ufficialmente nel paesaggio e nella toponomastica della città domenica 28 luglio, a partire dalle ore 20.30, con una conversazione sull’artista dal titolo «Ho camminato solo nel vento», con interventi di Amerigo Verardi, Paolo Siani e Francesco D’Errico, e a seguire un concerto celebrativo delle sue canzoni.

Sul palco una band intergenerazionale con soli musicisti brindisini (Antonio Bruno – chitarra e cori; Fabio Rogoli – piano e tastiere; Vito De Lorenzi – batteria e percussioni; Isabella Benone – violino e cori; Alessandro Muscillo – basso e cori; Antonio Epifani – chitarra), oltre allo storico batterista dei «Nuova Idea» Paolo Siani, e una line-up di artisti, sempre brindisini, interpreti per l’occasione dei brani di D’Errico, in buona parte tratti dal suo primo (e unico) album «Antico teatro da camera», pubblicato postumo nel 1976: Antonello Montemurro, Paola Petrosillo, Paolo Marsella, Marco Maffei, Michelangelo Portolano, Roberto D’Ambrosio, Vincenzo Maggiore, Filippo Pinto, Lorenzo Rinaudo, Rino Pisani, Alessandra Zuccaro, Efisio Panzano, Raffaele Passiante e Vincenzo Baldassarre.

L’iniziativa, inserita nella rassegna per l’estate «La Bella Stagione», è stata presentata questa mattina nel foyer del Nuovo Teatro Verdi nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, il componente Cda della Fondazione Nuovo Teatro Verdi, Domenico Saponaro, il moderatore della conversazione, Amedeo Confessore, e il presentatore della speciale tribute session, Marco Greco. All’incontro erano presenti anche il fratello e la sorella di Gianni D’Errico.

«Mi piace sottolineare come la proposta sia venuta dalla comunità – ha detto il sindaco Riccardo Rossie non si sia trattato di una diretta attribuzione dell’Amministrazione. Dunque un percorso “dal basso” che si è compiuto consegnando la memoria di un artista a un luogo nel cuore della sua città. Un luogo che tra l’altro ha una precisa declinazione rimanendo di fronte a un’istituzione culturale come il Teatro nel quale la musica ha una delle sue più naturali collocazioni. D’Errico era un artista in forte ascesa nella scena musicale nazionale dei Settanta e oggi ne celebriamo degnamente la figura e l’arte».

«Pensiamo a D’Errico come all’interprete di una poesia – ha aggiunto Domenico Saponaroche purtroppo si è interrotta troppo presto, come di una voce strozzata dal destino, a ridosso di un cammino che avrebbe certamente conosciuto una grande affermazione. In uno scenario, come quello degli inizi dei Settanta, dominato dal pop leggero, D’Errico si differenziava grazie alla consistenza lirica e compositiva dei suoi brani che ancora oggi gli viene riconosciuta. Un grazie lo dobbiamo ad Amerigo Verardi che ha promosso l’iniziativa tra i musicisti brindisini avviando una petizione che ha trovato sponda facile e sensibile nell’Amministrazione comunale. Centotrenta firme che hanno tradotto un sentimento e una volontà condivisi».

«Noi siamo dentro le cose della musica da sempre – ha osservato Amedeo Confessoree non possiamo che plaudire a una iniziativa che riconcilia la comunità alla bellezza. Tutti i luoghi hanno un senso, ora largo D’Errico ne avrà uno speciale in più, come quello di onorare una figura geniale quanto sfortunata. Mi trovavo in Scozia e in un negozio di dischi tra i vinili ho trovato l’album di D’Errico: un fatto sintomatico dell’importanza e della dimensione artistica del cantautore brindisino».

«Durante il concerto – ha concluso Marco Grecofarò delle piccole interviste agli artisti che si alterneranno sul palco per sapere come si sono approcciati alla musica di D’Errico e come hanno preparato i pezzi. Sarà bello fare un parallelo per scoprire com’è cambiata la musica dai tempi del progressive dei Settanta. D’Errico è stato un pioniere capace di interpretare un fermento culturale che fatalmente si riverberava anche nella musica. Ci ha lasciato un disco che contiene tutta la sua sensibilità poetica e che a ragione è annoverato tra i cento lavori musicali più belli e interessanti dell’epoca».

La Giunta comunale, con delibera n. 125 dello scorso 10 aprile, ha accolto la proposta di una delegazione di musicisti brindisini di dedicare al cantautore brindisino la piazzetta antistante l’ingresso principale del Teatro Verdi (tratto ricompreso tra la piazzetta Giustino Durano, via Santi, via Casimiro, piazzetta Sottile De Falco e via San Pietro degli Schiavoni). Dopo il parere favorevole della Terza Commissione consultiva consiliare permanente dello scorso 12 febbraio, la Giunta comunale ha quindi approvato la nuova denominazione.

L’intitolazione omaggia la memoria di un cantautore tanto straordinario quanto sfortunato. Gianni D’Errico nasce a Brindisi il 16 settembre 1948. È il 1969 quando arriva in finale al concorso per voci nuove di Castrocaro con la canzone «Il fantoccio». Quindi partecipa con due canzoni («L’Arca di Noè» e «Occhi a mandorla») alla compilation «Sanremo ’70», mentre nel 1971 è al Festival come autore del brano «Il sorriso, il paradiso», interpretato da Sergio Menegale e i «Wallace Collection». Agli inizi dei Settanta incide i primi 45 giri, le radio cominciano a “passare” i suoi pezzi, nascono importanti collaborazioni (l’autore Angelo De Luca sarà sempre al suo fianco) e intanto continua a comporre per altri interpreti. Nel 1975 finisce di lavorare alle dieci tracce del suo primo (e unico) album «Antico teatro da camera», pubblicato postumo nel 1976. Prodotto da Maurizio Vandelli e stampato in tiratura limitata (ristampato nel 2003 in cd e nel 2009 in versione lp), è considerato tra i migliori di ispirazione progressiva realizzati da solisti. Il primo e l’ultimo brano hanno lo stesso titolo, «L’Etrusca»: in mezzo corre un viaggio tra cantautorato, suggestioni prog rock e tipico pop italiano dell’epoca. Gianni D’Errico morirà il 7 settembre 1975 (sulla soglia dei 27, anche lui!) sulla provinciale Ostuni-Ceglie Messapica a seguito di un investimento d’auto.